"Oggi è stato arrestato un marocchino, indagato per "addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale", reato introdotto con il decreto antiterrorismo, diventato legge. Le nuove norme antiterrorismo sono efficaci e di questo sono molto orgoglioso perché premiano il lavoro delle forze dell'ordine e offrono nuovi strumenti ai magistrati, adeguati alle strategie che siamo chiamati a fronteggiare. Ed è quanto avvenuto oggi".

 

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Lo afferma in una nota il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "Il marocchino arrestato su ordinanza del gip di Catanzaro, dopo le indagini portate avanti dalla Digos di Cosenza e coordinate dal Servizio antiterrorismo della Polizia di Stato, dopo essere stato respinto dalle autorità turche verso il nostro Paese per non precisati motivi legati alla sicurezza pubblica, è stato sottoposto subito, in Italia, ad attenti controlli in base ai quali è emersa la sua compulsiva attività di ricerca, tramite internet, di documenti e di video di propaganda dello Stato Islamico, con una particolare attenzione ai passaggi di esaltazione degli attentatori suicidi, alle istruzioni per l'uso delle armi, esplosivi, e alle tecniche di combattimento e difesa personale – aggiunge il ministro –. È un caso importante che rileva come internet sia utilizzata da Is per reclutare manovalanza di morte e avviare processi di autoradicalizzazione e quanto sia importante e strategico, al contempo, rafforzare la collaborazione con i rappresentanti più autorevoli del mondo del web".


"Altre indagini hanno rilevato, inoltre - continua il ministro dell'Interno - come il marocchino si fosse gradualmente isolato anche rispetto ai propri connazionali, per seguire una pratica rigidissima dei dettami coranici. In casi del genere, infatti, il quasi livellamento delle relazioni sociali può essere indice di un orientamento che porta alla radicalizzazione. Ecco perché - conclude Alfano - diventa necessaria la collaborazione con le comunità islamiche: non basta più dichiararsi contro il terrorismo, ma adesso bisogna collaborare perché ogni focolaio estremista sia individuato e disinnescato".