VIDEO | Le vittime di estorsione chiedevano prestiti agli stessi aguzzini entrando in un vero e proprio tunnel di debiti. Il procuratore: «Queste persone alla fine hanno capito che noi potevamo dare una risposta al loro dramma» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Questa indagine ha dimostrato la proiezione della 'ndrangheta dalla provincia di Crotone fino a quella di Catanzaro». Così il capo della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli dell'operazione denominata Big Bang e messa a segno dal comando provinciale dei carabinieri. Complessivamente, ventidue gli indagati di cui tredici colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa a vario titolo di estorsione e usura aggravata dalle modalità mafiose.
Estorsione e usura
«Abbiamo dimostrato che in questo territorio apparantemente ibrido c'è invece una struttura ben consolidata che in modo sistematico commetteva estorsione e usura, due reati tipici delle associazioni di stampo mafioso. Il dato che ci conforta è che alcuni imprenditori sia estorti che usurati hanno denunciato. Questo genere di indagini ha un risultato immediato sul territorio, già la gente stamattina su quel territorio comincia a sentirsi più libera».
Le intimidazioni nel 2018
Durante la conferenza stampa, sono stati forniti i dettagli dell'operazione, avviata nel novembre del 2018 con il posizionamento di due taniche di benzina dinnanzi ad un esercizio commerciale di Sellia Marina. Le attività investigative hanno consentito di far emergere rapporti di estorsione protrattisi per più di 45 anni. I commercianti estorsi nn potendo ripagare i debiti contratti chiedevano somme di denaro agli stessi soggetti entrando in un doppio tunnel di estorsione e usura.
Intere famiglie vessate per decenni
Ai vertici del sistema appartenenti alla cosca Scerbo di San Leonardo di Cutro. «Sono intere famiglie vessate - ha proseguito il procuratore Gratteri - in modo sistematico per decenni. Queste persone alla fine hanno capito che era conveniente denunciare e che noi potevamo dare una risposta al loro dramma».
E c’è chi in questo contesto aveva anche pensato di togliersi la vita. L’episodio è stato riferito dal capitano della compagnia dei carabinieri di Sellia Marina, Alberico De Francesco: «I rapporti di natura estorsiva e usuraia – ha dichiarato – interessavano indifferentemente tutti gli imprenditori e i settori, dall’edile al florovivaistico fino a tutti gli esercizi commerciali. Non c’era un target definito. In un caso un imprenditore edile era sottoposto a estorsione dalla fine degli anni Settanta, il quale aveva finito per contrarre con la stessa famiglia rapporti usurai per poter pagare le estorsioni». Ma altri episodi sono stati narrati di esercenti vessati da cinque usurai contemporaneamente e, in un caso, per una agenzia di viaggio gli esponenti della cosca avevano anche chiaramente espresso la volontà di assorbire la società.
Voce e volontà della famiglia Scerbo nei comuni a cavallo tra la provincia di Catanzaro e Crotone era Andrea Martino Sirelli, di Sellia Marina, oggi colpito da una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla, ha dichiarato: «Questa indagine ha mostrato la natura parassitaria di queste organizzazioni che controllavano il territorio sul piano militare, sul piano economico e la sottrazione di risorse e di energie». Durante le perquisizioni eseguite questa mattina sono stati rivenuti 20mila euro in contanti, rolex e una pistola con matricola abrasa con cento colpi.