Secondo le carte della Procura era «a totale disposizione» di Vincenzo Sculco «per assicurare alle imprese a lui legate l’ottenimento di appalti e la nomina di soggetti a lui vicini»
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Un vero e proprio terremoto quello che stamattina ha scosso la Calabria in seguito al maxiblitz condotto dai carabinieri del Ros. Coinvolti tra gli altri, Nicola Adamo, l'ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, Vincenzo Sculco e Sebastiano Romeo indagati perché «agendo d'intesa tra loro, ricoprendo ciascuno di essi un preciso compito si associavano al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione».
Secondo la ricostruzione, la penetrazione all’interno del Comune di Crotone sarebbe avvenuta mediante «la individuazione di dirigenti loro graditi in particolare Giuseppe Germinara designato con incarico fiduciario al settore Lavori Pubblici su indicazione di Vincenzo Sculco nonostante ci fosse una regolare vincitrice di concorso, di Teresa Sperlì segnalata da Vincenzo Sculco».
Ma anche attraverso «il condizionamento di appalti pubblici attraverso affidamenti illeciti a imprese gradite a Vincenzo Sculco e Giancarlo Devona, assicurati dal Germinara in particolare alla Croton Scavi, alla 2C Costruzioni, impresa questa ultima gradita al solo Sculco, alla Allpoint, impresa gradita a Sculco e Ernesto Iannone e i cui titolari avrebbero promesso il voto in favore di Flora Sculco».
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Altre presunte penetrazioni sarebbero avvenute poi nell’Aterp Calabria, distretto di Crotone «incidendo Mario Oliverio, Giancarlo Devona e Vincenzo Sculco sulla designazione a direttore generale di Ambrogio Mascherpa». Inoltre, «l’indicazione da parte di Nicola Adamo Mario Oliverio, Vincenzo Sculco, Francesco Oliverio, Sebi Romeo e Giancarlo Devona di professionisti loro graditi per l’espletamento di incarichi per conto di Aterp, quale quello relativo all’accatastamento di immobili di edilizia popolare nell’area crotonese, tra cui Antonio Megna che dopo la nomina avrebbe fatto la campagna elettorale per Flora Sculco nel mese di gennaio 2020».
Vi sarebbe anche poi un filone riguardante l’Asp di Crotone. Secondo la ricostruzione «mediante la precisa concertazione tra Mario Oliverio, Giancarlo Devona, Vincenzo Sculco e Nicola Adamo» si sarebbe dapprima proceduto «alla rimozione del direttore generale Sergio Arena – persona sgradita a Sculco – e alla preposizione di una figura di vertice che assicurasse un segnale di discontinuità con il passato». Si tratterebbe nello specifico di Antonello Graziano (non indagato) persona che avrebbe contribuito a nominare i dirigenti Francesco Masciari e Brisinda.
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In particolare, tra gli indagati risulta l’ex direttore amministrativo dell’Asp di Crotone ma di recente nominato direttore amministrativo all’Asp di Catanzaro, Francesco Masciari a cui il gip ha applicato la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici e da qualsiasi carica per un anno. Dagli atti dell’inchiesta risulta come «nominato su indicazione di Vincenzo Sculco si metteva a totale sua disposizione» di una ditta «per assicurare alle imprese a lui legate l’ottenimento di appalti e la nomina di soggetti a lui vicini»