Dieci le persone rinchiuse in carcere e otto ai domiciliari. Per quindici indagati, invece, è scattata la misura dell'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria
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Un altro duro colpo dello Stato allo storico clan Muto di Cetraro. All'alba di oggi sono scattate le misure cautelari nei confronti di 33 soggetti, indagati, a vario titolo, dei reati di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti; estorsione, tentata e consumata, aggravata dal ricorso al metodo mafioso; detenzione illegale di armi da fuoco”. In attesa di conoscere i dettagli dell'operazione Katarion, che saranno illustrati dal magistrato Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa, ecco i nomi delle persone sottoposte a misura cautelare.
I nomi degli arrestati
In carcere
Ordinanza della custodia cautelare in carcere per: Giuseppe Antonuccio, di Cetraro; Mario Cianni, di Cetraro; Poldino Cianni, di Cetraro; Flavio Graziosi, di Cetraro; Fabrizio Iannelli, di Cetraro; Giuseppe Mandaliti, di Diamante; Pasquale Napoli, di Scalea; Maurizio Tommaselli, di Guardia Piemontese; Luigi Tundis, di Cetraro; Gianluca Antonio Vitale, di Siderno.
Ai domiciliari
Sono finiti agli arresti domiciliari: Ciriaco casella, di Buonvicino; Giovanni Franco, di Santa Maria del Cedro; Michele Iannelli, di Cetraro; Alfonso Scaglione, di Belvedere Marittimo; Franco Scorza, di Cetraro, Anna Maria sollazzo, di Scalea; Alessio Carmine Tundis, di Cetraro; Concettina Zicca, di Cetraro.
Le altre misure
Obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria per: Salvatore Addino, di Buonvicino, Giovanni Aita, di Diamante, Salvatore Amoroso, di Buonvicino; Carmine Antonuccio, di Cetraro; Annaelisa Esposito, di Buonvicno; Roberta Greco, di Santa Maria del Cedro; Stefano Greco, di Buonvicino; Luca Impieri, di Belvedere Marittimo; Rossella Lombardi, di Buonvicino; Salvatore Orto, di Buonvicino; Stefania Ricca, di Buonvicino; Loris Ricco, di Cetraro; Marcello Ricco, di Cetraro; Giuseppe Spanò, di Cetraro; Andrea Valente, di Buonvicino.
Il bunker in costruzione
Un bunker in fase di ultimazione è stato scoperto a Cetraro dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza nell'abitazione degli indagati dell'operazione "Katarion". La scoperta è stata fatta nel corso di una perquisizione domiciliare nei confronti di uno degli esponenti di spicco del sodalizio dedito al traffico di droga, che operava sotto l'egida della cosca Muto. I militari inoltre hanno trovato e sequestrato 700 grammi di cocaina e due chili di hascisc. L'operazione ha colpito un'organizzazione operante in una fascia compresa tra Guardia Piemontese a Scalea, con al centro Cetraro, mentre le piazze di spaccio sono state individuate e smantellate a Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante e Buonvicino. Le 33 misure cautelari eseguite (10 in carcere, 8 ai domiciliari e 15 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria) hanno riguardato soggetti residenti nei comuni della costa tirrenica cosentina, nella Locride e a Ivrea nel torinese.
La cosca si stava riorganizzando
«Le indagini iniziate nel giugno 2016 - ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, colonnello Piero Sutera - all'indomani dell'operazione Frontiera e hanno evidenziato la riorganizzazione del sodalizio della storica consorteria mafiosa Muto di Cetraro, che è egemone sulla zona del Tirreno cosentino. Le indagini hanno documentato che gli assetti puntavano nuovamente sul core business dei Muto, che è proprio lo spaccio di droga». L’organizzazione mafiosa, secondo gli investigatori, ha puntato soprattutto sul traffico di stupefacenti, ed è stata accertata una continua capacità di far fronte alle esigenze di droga grazie ad un broker operante nell'area della Locride da dove arrivava la cocaina, la produzione di marijuana, invece, avveniva in maniera autonoma.