Gazzelle dei carabinieri a sirene spiegate ed elicotteri hanno squarciato il silenzio della primissima mattina su Reggio Calabria.

Il motivo è presto detto: si tratta di un’operazione di polizia giudiziaria effettuata dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia guidata da Giovanni Bombardieri, e seguita personalmente dai pubblici ministeri Musolino ed Ignazitto.

Inferto un duro colpo ad una cosca di ‘ndrangheta operante nella città di Reggio Calabria, e che abbraccia anche la periferia sud, al cui interno vi sarebbero membri appartenenti a famiglie che sembravano ormai storicamente tramontate. Ed invece, secondo primissime notizie, sarebbero tornate prepotentemente in gioco. Le accuse sono, a vario titolo, fra l’altro di associazione mafiosa ed estorsione.

L’indagine, denominata Metameria, ha avuto come epicentro investigativo la cosca Barreca di Pellaro e le trame criminali che si sono dipanate fino al quartiere Archi, dove sono attive le cosche Condello e De Stefano. Sono una trentina gli arrestati nelle due ordinanze di custodia cautelare firmate dai gip Tommasina Cotroneo e Karin Catalano su richiesta dei pm Stefano Musolino e Walter Ignazitto. Tra gli arrestati c'è pure Giandomenico Condello. Nell'inchiesta della Dda sono emersi anche gli interessi criminali delle cosche Ficara Latella, Libri e il locale di Santa Caterina.

Il provvedimento cautelare personale è accompagnato da un sequestro beni per aziende impegnate nel global service, turismo ed edilizia, per un valore di beni strumentali superiore ai 6 milioni di euro.

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