È stato arrestato a Genova Pasquale Bonavota, 49enne ricercato e inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità che rientra nel programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno. L’arresto arriva a conclusione di articolate indagini condotte dal Ros e dai comandi provinciali Carabinieri di Vibo Valentia e Genova. Bonavota era ricercato in quanto destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nell’ambito dell’indagine Rinascita-Scott.

Bonavota è stato fermato dopo essere entrato nella chiesa di San Lorenzo, la cattedrale di Genova. I carabinieri del reparto operativo, coordinati dal colonnello Michele Lastella, del capoluogo ligure, lo hanno seguito per un tratto e poi, una volta dentro la chiesa, lo hanno arrestato. Aveva un documento falso. 

Secondo quanto emerso, Bonavota negli ultimi anni avrebbe concentrato i suoi interessi in Piemonte, tra Moncalieri e Carmagola. Qui il boss di San’Onofrio sarebbe stato assunto fittiziamente in una ditta della provincia di Torino intestata a sua volta a un prestanome della ‘ndrangheta. In un paese della provincia di Torino i Bonavota avrebbero aperto anche un bar.

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Bonavota, ritenuto responsabile del reato di partecipazione ad associazione mafiosa con il ruolo di promotore della cosca omonima rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio, era il solo ad essere rimasto in stato di latitanza tra le 334 persone, ritenuti appartenenti alle strutture di ‘ndrangheta della provincia vibonese, arrestate nell'operazione del 19 dicembre 2019. Le indagini, culminate con la cattura di Bonavota, sono state dirette dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri.

Chi è Pasquale Bonavota

Bonavota era uno dei quattro super latitanti più ricercati d’Italia. Pasquale Bonavota era nel gruppo dei latitanti di massima pericolosità del Programma speciale di ricerca. La decisione di inserirlo nel gruppo dei latitanti di massima pericolosità del Programma speciale di ricerca, esponente di spicco della ‘ndrangheta locale di Sant’Onofrio ricercato dal 2018, era stata assunta dal Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti istituito della Direzione centrale della polizia criminale del dipartimento della pubblica sicurezza con il compito di raccogliere e analizzare le informazioni, fornite dalla polizia di Stato, dall’Arma dei carabinieri, dalla guardia di finanza, dalla Dia e poi da Aisi e Aise, utili a individuare, sulla base di specifici criteri di valutazione, i latitanti di maggiore spessore criminale.