Ilir Pere, super latitante albanese di 48 anni, originario di Gramas, si faceva passare per il greco Nikolòas Liarakos. Usando questa falsa identità, era coinvolto nel traffico di droga e nella vendita di armi a livello internazionale. Gli investigatori italiani lo hanno catturato in Belgio, grazie a un'operazione congiunta con la polizia fiamminga. Ora è detenuto a Liegi. I magistrati antimafia catanzaresi lo hanno interrogato in Belgio. Pere deve scontare 28 anni di carcere in Italia ed è indagato nell'inchiesta "Gentleman II" sul narcotraffico tra la Sibaritide e la Germania. Durante l'interrogatorio, Pere ha ammesso la sua vera identità e l'uso di criptotelefoni, ma ha negato un ruolo significativo nel narcotraffico.

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Ha confessato di aver acquistato armi per vendicare il fratello ucciso e bruciato da altri albanesi. Ha inoltre spiegato che i criptotelefoni si potevano comprare da fornitori turchi e pakistani, ma solo se raccomandati. Ilir Pere ha raccontato di essere evaso dal carcere di Rebibbia il 27 ottobre 2016, insieme a due amici albanesi, e di aver vissuto nascosto in Germania, Albania e Belgio per sette anni, con l’obiettivo di fare soldi e restare libero.

Pere ha ammesso di aver avuto rapporti con il cassanese Claudio Cardamone, ma ha minimizzato il ruolo dell’amico. Ha confessato l’acquisto di un chilo di cocaina e il possesso di 150 mila euro in casa, ma non ricorda i nomi dei contatti e di aver fatto affari con esponenti della ‘ndrangheta. I magistrati italiani hanno chiesto l'estradizione di Pere.