In carcere il mandante dell’omicidio Caccia. Domiciliari per altre sette persone. Tra le accuse contestate associazione a delinquere e porto abusivo di esplosivi. L’operazione condotta dalla fiamme gialle e coordinata dalla Procura di Livorno
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Il vice prefetto reggente l'ufficio della prefettura dell'isola d'Elba e un membro di una famiglia della 'ndrangheta operante in Piemonte che fu mandante dell'omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia sono stati arrestati in un'operazione della Guardia di finanza. Nei confronti di altri sette persone sono scattati gli arresti domiciliari. Tra le accuse contestate agli arrestati, anche quella di associazione a delinquere e porto abusivo di esplosivi.
L’attività, rientrante nell’operazione denominata “Vicerè”, si inserisce nell’ambito di un’articolata indagine svolta, sotto la direzione del citato Procuratore Capo della Repubblica, da militari della Compagnia di Portoferraio e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Livorno, che ha portato alla denuncia all’A.G. di 27 soggetti, responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, porto abusivo di esplosivi (detenuti al fine di compiere un atto di intimidazione), contrabbando di 9 tonnellate di sigarette, indebita compensazione di debiti tributari tramite fittizie compensazioni, illecita sottrazione al pagamento delle accise sugli alcoli, anche mediante falso in documenti pubblici informatici.
Contestualmente alle misure cautelari, sono in corso di esecuzione perquisizioni personali, domiciliari e locali (con la collaborazione dei Reparti del Corpo competenti per territorio) in 7 Regioni (province di Livorno, Torino, Asti, Padova, Ravenna, Forlì, Pisa, Pistoia, Campobasso, Napoli, Salerno, Lecce e Brindisi), nei confronti degli indagati, con l’impiego complessivamente di circa 120 militari.