Finisce la latitanza di Giuseppe Romeo, di San Luca, 35 anni, arrestato ieri nella città di Barcellona.

Localizzato dall’Equipo Operativo della Guardia Civil spagnola nell’ambito di un’operazione di polizia resa possibile dalla cooperazione fornita dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia sotto la guida della Dda di Reggio Calabria diretta dal procuratore Bombardieri, in stretto raccordo con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) della Direzione Centrale della Polizia Criminale nell'ambito del più ampio progetto I-Can (Interpol Coopeperation Against 'Ndrangheta) promosso dall'Italia insieme al Segretariato Generale dell'Oipc-Interpol di Lione.

L’arresto di Romeo, inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal ministero dell’Interno, rappresenta un momento di particolare rilievo nella generale attività di contrasto al narcotraffico internazionale gestito dalla ndrangheta.

Colpito da due ordinanze di custodia cautelare in carcere e destinatario di un decreto di sequestro preventivo nell’ambito dell’inchiesta European ‘Ndrangheta Connection il 13 novembre 2020 è stato condannato dal gup di Reggio Calabria a 20 anni di reclusione per partecipazione, con ruolo di rilievo, ad un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, detenzione di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed auto-riciclaggio.

Chi è Giuseppe Romeo

Originario di San Luca, di anni 35, conosciuto con i soprannomi “u pacciu”, “maluferru” o “u nanu”, Giuseppe  Romeo è figlio di Antonio Romeo classe 1947 alias “centocapelli”, ritenuto contiguo alla cosca Romeo intesi “stacchi” di San Luca, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Parma.

Il suo ruolo all’interno di una delle tre consorterie di cui era composta la vasta associazione per delinquere disarticolata con l’operazione European ‘Ndrangheta Connection, ovvero il gruppo Pelle-Costadura-Romeo, era quello di promotore, organizzatore e finanziatore dei traffici di cocaina in Europa. Egli aveva infatti stabilito la propria dimora in Germania, ma faceva la spola fra la Calabria, la Lombardia e l’Europa nord-occidentale al fine di stringere accordi con i fornitori dello stupefacente e con alcuni intermediari dimoranti in Belgio, Olanda e Germania, che prevedevano trasporti di 40 chili di cocaina a settimana dall’Olanda a Milano, con la collaborazione di altri sodali calabresi, alcuni dei quali già condannati in primo grado a parecchi anni di reclusione ad esito del processo scaturito dalla richiamata operazione di polizia.

Giuseppe Romeo è stato condannato in primo grado anche per aver intestato fittiziamente le proprie quote del bar - gelateria Cafè La Piazza di Bruggen in Germania - sequestrato nel corso della medesima operazione European ‘Ndrangheta Connection - ad altri soggetti imputati nella stessa inchiesta, nonché per auto-riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nel suindicato esercizio commerciale tedesco.

Il latitante è stato arrestato in Spagna in esecuzione di un mandato di Arresto Europeo emesso nel mese di novembre 2018 dal gip di Reggio Calabria su richiesta della locale Dda.