La Cassazione annulla l’ordinanza del Tribunale delle libertà per Anna Maria Virgiglio. Moglie di Domenico Grasso e madre di Rosario, considerati elementi di vertice del clan Grasso/Cacciola di Rosarno, tratti in arresto la scorsa estate nella maxi inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria, alla donna viene contestato il ruolo di avere favorito la veicolazione dei messaggi fra i vari affiliati, compresi quelli detenuti, e di aver gestito, assieme alla sorella ed alla figlia, le iniziative imprenditoriali avviate dal gruppo per riciclare il denaro ricavato dal narcotraffico.

Le indagini

Le indagini condotte dagli Inquirenti a carico del presunto clan mafioso, erano in corso già da anni, ma avevano registrato una svolta significativa a seguito della sparatoria avvenuta nel settembre del 2017, in cui era rimasto coinvolto Salvatore Consiglio, genero di Domenico Grasso e Anna Maria Virgiglio, mentre era alla guida della sua autovettura per le strade di Rosarno. L’episodio è stato inquadrato nella spaccatura intervenuta all’interno della famiglia Cacciola, originariamente costituente un unico gruppo alleato ai Grasso.

La decisione della Cassazione

Il quadro indiziario prefigurato nell’ordinanza cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria a carico della donna - riferisce una nota dei legali -era stato confermato dal Tribunale del Riesame, ma non ha convinto la Corte di Cassazione, che all’esito del ricorso proposto e discusso dai suoi difensori, gli avvocati Guido Contestabile e Francesco Lojacono, ha annullato il provvedimento con rinvio allo stesso Tribunale per una nuova valutazione.

 

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