Pochi minuti fa, i giudici di piazza Castello hanno riformato buona parte della sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria il 27 luglio 2014, assolvendo da tutti i reati contestati il mammasantissima Giovanni Tegano e Carmelo Barbaro. Nei loro confronti è arrivata una assoluzione piena, contrariamente a quanto statuito in primo grado, quando Tegano aveva rimediato 11 anni di reclusione e duemila euro di multa e Barbaro 9 anni e sei mesi di reclusione. Ma una decisione di peso è anche quella riguardante i fratelli Maurizio e Antonio Lavilla e Rosario Giovanni Rechichi (fratello dell'ex direttore operativo della "Multiservizi") che, in primo grado avevano rimediato una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione i primi due, e sei anni e sei mesi il terzo. Oggi, invece, tutti si ritrovano con una dichiarazione di nullità della sentenza che li riguarda per tre capi d'imputazione concernenti il loro ruolo di prestanome del clan Tegano, nell'affaire Multiservizi. La Corte ha deciso che il fatto è diverso da quello contestato ed ha ordinato la trasmissione degli atti al pubblico ministero per una nuova valutazione.

 

Sostanziosa riduzione di pena, invece, per Silvio Giuseppe Candido, assolto per un capo d'imputazione e condannato a otto anni e due mesi di prigione, rispetto ai 15 inflitti nella decisione di primo grado.

 

Sconto di pena anche per Antonio Polimeni, che passa da 12 anni di reclusione a dieci anni e sei mesi.

 

Per il resto, i giudici hanno confermato quanto era stato deciso dai giudici del Tribunale, ribadendo quindi l'assoluzione nei riguardi di Roberto Emo. Disposta, infine, la scarcerazione di Rosario Giovanni Rechichi, se non detenuto per altra causa. Fra 90 giorni le motivazioni di una decisione che non è del tutto inattesa, considerato che già nel troncone abbreviato vi erano state scelte della Corte d'Appello che sono andate esattamente nella medesima direzione. Toccherà adesso al pubblico ministero Giuseppe Lombardo, già titolare del procedimento, tornare ad approfondire il fascicolo e capire quali e quante possano essere le strade da percorrere.

 

Consolato Minniti