Qualora esistesse un appuntamento con il morto, ciò accadrebbe a Beirut, ogni pomeriggio da due giorni di seguito.
Difatti, ancora non è passato lo choc a per l'attacco cybernetico di ieri, il quale ha trasformato i cercapersona in dotazione ad Hezbollah, in vere e proprie "bombe a domicilio" - difatti, sono esplosi addosso ai miliziani sciiti che li avevano in dotazione per meglio e più riservatamente comunicare con la propria organizzazione - e pochi minuti fa, alle 17,05 locali (16,05 italiane), di oggi, 18 settembre, il clima del Libano, torna ad essere rovente.
Rovente, purtroppo, non solo per le temperature di questa fine estate, bensì a causa della cogente situazione bellica nella ragione mediorientale, quindi in conseguenza di quanto è nuovamente condannato a patire, suddetto martoriato Paese.
Ormai, parimenti a come dicevo ieri, è guerra, guerra palesemente aperta e dichiarata, poiché siffatti attacchi, sono propedeutici allo scontro definitivo, che vi sarà tra Israele e non solo Hezbollah (forte della sua componente militare), bensì, quasi sicuramente, pure con le forze armate Libanesi, in difesa della loro autorità sul proprio territorio.
È palese, quindi, lo scopo prefisso dal Governo dello Stato Ebraico, ovvero recidere il più possibile, qualsivoglia forma di contatto a distanza della controparte, alfine di 'guadagnare' vantaggio per le operazioni militari vere e proprie, le quali a questo punto, prevedo saranno entro le prossime 48/72 ore.
Orbene, il blitz di poco fa, lo dimostra plasticamente, quasi vi fosse conferma di un macabro ancorché puntuale incontro con il massacro, perché così sarà da ambo le parti, vista la determinazione dell'IDF (le forze di difesa israeliane) e la pervicace voglia di resistere e "vincere", insita all'altro fronte.
In più, sarebbe d'uopo registrare le modalità scelte oggi, ovvero colpire durante le celebrazioni funebri di alcune vittime (nella tradizione musulmana, i cadaveri si seppelliscono entro ventiquattr'ore), attivando l'attacco hacker, parrebbe in modo diretto, non più sugli apparecchi di ieri, bensì su walkie tolkie (nell'articolo, scheda descrittiva), acquistati cinque mesi orsono, da un'altra e diversa azienda rispetto al consorzio taiwanese/ungherese, fornitore dei cercapersona esplosi martedì 17 settembre.
Ormai, nel mentre io come tutti, odo per le strade, il suono delle sirene in capo alle autoambulanze, ci prepariamo, indistintamente, non solo ad una nuova notte di attesa e di irrazionale vita mondana - quasi per esorcizzare il terrore e il timore - bensì alla vera guerra, la quale sarà sporca, miserevole, folle e assurda, al pari di ogni guerra. Solo una differenza, non da poco, bisogna far notare e cioè rispetto a quella tra Russia e Ukraina, da queste part, a tale latitudine, essa dura da più da settantasei anni, pur se con alti e bassi, insomma dal 14 Maggio 1948, giorno della proclamazione dello Stato Ebraico.