Chiesti due anni e dieci mesi per gli imprenditori cosentini Ventura. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso, riciclaggio, intestazione fittizia, reati di tipo fiscale
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Dodici richieste di condanna (da tre a un anno di reclusione) e tre di assoluzione. Si è conclusa così la requisitoria del pm della Dda di Milano Bruna Albertini nell’ambito del processo, con rito abbreviato, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta all’interno delle grandi società appaltanti della Rete ferroviaria italiana.
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso, riciclaggio, intestazione fittizia, reati di tipo fiscale.
Intorno alle grandi società orbiterebbero società satellite, in odore di mafia, col compito, tra l’altro, di reclutare manodopera a basso costo dalla «Calabria Saudita», come è stata definita la regione in una intercettazione.
L’accusa ha chiesto la condanna a due anni e dieci mesi di reclusione per Pietro e Maria Antonietta Ventura, imprenditori originari del Tirreno cosentino, legali rappresentati della Francesco Ventura spa (società che a dicembre 2022 è stata acquisita dal gruppo Salcef spa). La società era considerata, scrive la procura di Milano, «da lunga data punto di riferimento del gruppo Giardino-Nicoscia…». Il pm ha riconosciuto che le attenuati generiche sono equivalenti all’aggravante contestata.
Oltre alla condanna per i Ventura sono stati chiesti due anni e dieci mesi anche per Oscar e Salvatore Esposito; un anno e 8 mesi di reclusione, e 3000 euro di multa, per Antonella Petrocca, 35 anni, nata a Crotone; due anni e sei mesi, e 6000 euro di multa per Gianluigi Petrocca, 31 anni, di Isola Capo Rizzuto; due anni e sei mesi, e 6000 euro di multa, per Maurizio Aloisio, ’classe 79, di Isola Capo Rizzuto; due anni e 6000 euro di multa per Francesco Catizzone, 33 anni, di Isola Capo Rizzuto; un anno di reclusione per Luigi Taverna, 28 anni, di Isola Capo Rizzuto; tre anni e 10 mesi, e 9000 euro di multa, per Domenico Riillo, 38 anni, di Isola Capo Rizzuto.
Chiesta l’assoluzione per Carmine Pizzimenti, 30 anni, di Isola Capo Rizzuto (perché il fatto non costituisce reato), Maria Riilllo, 33 anni, di Isola Capo Rizzuto (per non aver commesso il fatto), Pasqualino Geraldi, 31 anni, di Isola Capo Rizzuto (per non aver commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato).
Accolto il ricorso al ravvedimento operoso, ossia alla possibilità di regolarizzare la propria posizione tributaria, nei confronti di Oscar e Salvatore Esposito.