Le indiscrezioni filtrate nelle prime ore dell'indagine sono confermata da un'informativa del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza: nel caso degli appalti Anas truccati che ha portato agli arresti domiciliari Tommaso Verdini, "cognato" del vicepremier Matteo Salvini, è indagato (secondo quanto riporta La Stampa) anche Massimo Simonini, ex amministratore delegato dell'Anas e attuale commissario straordinario per i lavori sulla statale 106 (le contestazioni sollevate non riguardano comunque l'operato del manager riguardo agli appalti per la statale jonica).

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Incontri tra Simonini e imprenditori nella sede della Inver

A Simonini, nominato all'Anas ben prima dell'insediamento del governo Meloni e diventato commissario per la 106 ai tempi del governo Draghi, Salvini ha attribuito in ottobre poteri di spesi per tre miliardi di euro in 15 anni per la realizzazione dell'opera. I finanzieri scrivono nell'informativa che Fabio Pileri (agli arresti domiciliari come il socio Tommaso Verdini e altri tre) faceva incontrare Simonini «presso gli uffici della Inver (la società di consulenza dei due Verdini e Pileri, ndr) con i loro imprenditori clienti».

Sarebbe proprio Pileri, in un'intercettazione riportata oggi da La Stampa, a dire: «Io facevo veni’ qui l’amministratore delegato chi lo vedeva … eh i clienti». Gli investigatori commentano che in questo modo Pileri rivelava «come Simonini in passato si sia reso disponibile a incontrare presso gli uffici della Inver i potenziali concorrenti nelle gare bandite da Anas».

Né Simonini né Vito Bonsignore, ex parlamentare ed ex eurodeputato nonché nuovo indagato "eccellente", sono stati raggiunti da alcuna misura cautelare. Negli atti di indagine si legge che l’ex senatore Denis Verdini il 26 ottobre 2021 cenava in una saletta «riservata al piano sotterraneo» del Pastation (il locale del figlio Tommaso) con l’ex ad di Anas Massimo Simonini e con l’imprenditore Vito Bonsignore, oltre che con il figlio e Fabio Pileri.

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Il socio di Verdini jr: «Matteo ci ha dato carta bianca»

Viene citato nell'informativa anche Matteo Salvini, estraneo all'inchiesta. «Matteo c’ha dato carta bianca» afferma, intercettato dalla Guardia di Finanza il 14 novembre 2022, Fabio Pileri mentre parla con un uomo non indagato spiegando di aver avuto «carta bianca» e di essersi comportato da «persona perbene». Dice Pileri: «L’abbiamo incontrato, gli abbiamo detto: «Matteo, per non mettere il casino, mo’, per adesso, i nostri clienti che si occupano di Infrastrutture li lasciamo. E lui ci ha solo ringraziato». Potrebbe trattarsi soltanto di millanterie. Di certo c'è che nessun politico in carica è indagato nell'inchiesta della Procura di Roma.

L’informativa tuttavia evidenzia come «diversi clienti sebbene avessero manifestato l’intenzione di non rinnovare i contratti di consulenza con Inver, avrebbero cambiato idea alla luce delle nomine che hanno interessato il Mims (Ministero Infrastrutture e mobilità, ndr) in conseguenza del nuovo esecutivo (governo Meloni, ndr)». Tale circostanza sembra confermare che i rapporti con la Inver non riguardassero «attività di consulenza in senso stretto ma piuttosto la possibilità che gli imprenditori clienti di Inver, per il tramite del “gruppo” Verdini, possano vantare dei rapporti privilegiati con Enti o aziende pubbliche».