L’inchiesta della Procura di Roma illumina i rapporti tra l’attuale commissario per i lavori della statale 106 e i lobbisti legati alla Inver. «Abbiamo lavorato tanto per non farlo rimanere a piedi»
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Nell’estate del 2021 Massimo Simonini, all’epoca amministratore delegato di Anas e oggi commissario straordinario per i cantieri della statale 106 è, come dice lui stesso, «sulla graticola». Per questo parla con i vertici della Inver, società gestita da Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis. Spera che il gruppo possa «intervenire a proprio vantaggio presso il Gruppo Fs», da cui dipende Anas. È un altro dei passaggi contenuti nell’informativa della guardia di finanza sul caso degli appalti truccati. Repubblica ritorna sui rapporti tra l’ex manager e sulle cene organizzate nel ristorante di Verdini jr.
Di Simonini se ne parla a tavola anche il 30 novembre, quando è presente il sottosegretario al Mef Federico Freni, che non è indagato nell’inchiesta della Procura di Roma. L’ex amministratore delegato di Anas è in contatto anche con l’ex parlamentare Vito Bonsignore, adesso imprenditore interessato ad alcuni progetti tra cui l’autostrada Orte-Cesena.
Le indagini sul sistema Verdini | Appalti Anas truccati, le accuse al commissario straordinario per la statale 106 in un’informativa della guardia di finanza
Simonini sonda Bonsignore per capire se possa dargli una mano a mantenere il posto alla guida dell’azienda di Stato. «Io ho cercato… cerco... tutto quello che ho… che è possibile… ho potuto fare per togliervi dalla graticola», assicura l’ex parlamentare a Simonini nell’intercettazione riportata da Repubblica. Perché «non è una questione a livello personale — dice — ma è una questione per il bene comune». L’esito, però, non è favorevole al manager che sarà poi incaricato di guidare i cantieri della statale Jonica.
Simonini dice di averlo saputo da Alberto Stancanelli, capo di gabinetto del ministero delle Infrastrutture: «Sono praticamente impazziti, stanno facendo le cose a ca..o e gli ultimi che ho sentito è che vorrebbero mettere uno interno», avrebbe detto Stancanelli.
Il piano B per far uscire Simonini da Anas
A quel punto si pensa all’ipotesi di una nuova collocazione per il dirigente: quella che Fabio Pileri, socio di Tommaso Verdini, definisce «un’uscita più che dignitosa da Anas», «un piano B». È sempre Repubblica a riportare il virgolettato. Pileri spiega che «la tutela a Massimo gli va fatta perché è una persona per bene, disponibile, risolve i problemi… quindi è uno che va aiutato». Il gruppo si muove, partono telefonate a imprenditori bolognesi e fiorentini. E vengono chiamati in causa anche i vertici del gruppo Fs. Pileri è fiducioso: «Non rimane a piedi, amo lavorato pè non fallo rimanè a piedi… a Massimo — dice a Omar Mandosi (non indagato), oggi tra le fila della società Ponte sullo Stretto — lasceranno una direzione buona, le opere dove è commissario così almeno giustificano anche lo stipendio». Una delle soluzioni prospettate è un’azienda del gruppo Fs. I finanziari appuntano che la storia finisce «con la prospettata nomina, attualmente al vaglio del Mef, quale amministratore delegato di una società del gruppo Fs, denominata Crew Srl». Accanto a quella restano due incarichi di assoluto rilievo: l’impegno per la Grosseto—Fano e quello per accelerare e sovrintendere agli appalti della statale 106.
Lo scambio di documenti e la perquisizione a luglio 2022
Di questi incarichi parla, intercettato, il solito Pileri. Accade il 28 settembre 2022, due mesi dopo le perquisizioni subite da Tommaso Verdini e dallo stesso Pileri. Il Fatto Quotidiano riporta la conversazione, che avviene con un uomo non indagato. Le parole di Pileri sono tutte da riscontrare. Dice che «Massimo l’avevamo sistemato bene, fidate (…) era commissario di due opere», riferendosi alla carriera di Simonini dopo la rimozione da Anas. «Ferrovie l’ha fatto fuori», risponde l’amico. «No, è sospeso – replica Pileri –. Vorrei capi’ perché è sospeso, secondo me è sospeso lui perché (…) è stato accusato dall’inizio di aver dato dei documenti secretati a Tommaso (…) secondo me i documenti so’ però riservati, lui non glielo poteva da’. (…) Secondo me eh… lì è stata commessa un’ingenuità mi sa (…) anche da Massimo… però Massimo non pensava che Tommaso».
Secondo quanto ricostruisce il Fatto Quotidiano, il riferimento di Pileri è a un rapporto del servizio audit interno di Anas contenuto in una busta, spedita da Tommaso Verdini e sequestrata dai pm a giugno del 2022. Di certo si sa soltanto che il mittente del plico sequestrato era Verdini e che il destinatario era Bonsignore. Proprio per fare luce su questo passaggio di documenti l’ex ad di Anas è stato perquisito nel luglio 2022.