Ci sono anche la Provincia di Catanzaro e il Comune Bovalino fra gli enti che si sono costituti parte civile nel processo “Cumbertazione”, iniziato ieri davanti al Tribunale di Palmi.

Alla sbarra diverse persone che, a vario titolo, avrebbero fatto parte dell’associazione mafiosa assieme alla cosca Piromalli, egemone sul territorio di Gioia Tauro. Sarebbe stata proprio la ‘ndrina della Piana ad avere mani e piedi dentro le grandi opere della regione. Una sorta di “cerchio magico” all’interno del quale gli appartenenti avevano creato una sorta di cartello di imprese per aggiudicarsi i lavori più importanti, approfittando anche di alcuni personaggi interni a realtà come Anas o alla stessa Suap (si ricordi l’inchiesta “Ceralacca”, da cui nasce tutto quanto). Ed è proprio “Cumbertazione” il termine dialettale utilizzato per indicare questa struttura “chiusa”, dove si studiava tutto nei dettagli: dalle diverse offerte da presentare, alla decisione di chi, poi, quell’appalto se lo sarebbe garantito effettivamente. Ma era quasi sempre una farsa, perché l’accordo era a monte. Tutto deciso a tavolino. Come in quei casi in cui, però, a dispetto del patto, gli accordi sottobanco saltarono grazie al lavoro di alcuni membri delle commissioni di gara.

 

Le persone a processo

Davanti ai giudici di Palmi ci sono Luigi Bagalà, Giuseppe Bagalà, Francesco Bagalà (classe 1977), Francesco Bagalà (classe 1990), Giorgio Morabito, Pasquale Rocco Nicoletta, Angela Nicoletta, Carlo Cittadini, Giorgio Ottavio Barbieri, Gianluca Scali, Domenico Gallo, Cristiano Zuliani, Ettore Della Fazia, Santo Fedele, Francesco Fedele, Bruno Polifroni, Rocco Leva, Bruno Madafferi, Maria Vittoria Plastina, Emilio Cipolla, Domenico Coppola, Angelo Zurzolo, Gaspare Castiglione, Mirko Pellegrini, Giovanni Fiordaliso, Giacomo Morabito, Roberto Di Paola, Antonino Quattrone, Antonino Gioffrè, Francesco Marcellini, Vincenzo Raso, Bruno laria, Giuseppe Antonio Currenti, Paolo Speziale, Domenico Auddino, Mariano Arena, Santo Gagliostro, Luigi Macrì , Roberto Bassman, Domenico Maugeri, Vincenzo Polifroni.

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La costituzione di parte civile

Ieri, il collegio ha accolto la costituzione delle parti civili. Si tratta della Regione Calabria, della città metropolitana di Reggio, dei Comuni di San Giorgio Morgeto e Cittanova, fra i territori direttamente investiti dalle risultanze dell’inchiesta. I Comuni di Gioia Tauro e Rosarno, invece, si erano già costituti nella scorsa udienza. Figurano anche la Provincia di Catanzaro e il Comune di Bovalino, per i quali era stata sollevata un’eccezione di inammissibilità, ritenendo che tali enti non potessero essere stati lesi da comportamenti che erano avvenuti in territori come Rosarno o Gioia Tauro. I giudici, accogliendo le tesi degli avvocati di parte, hanno invece deciso per l’ammissione, limitatamente a quei capi d’imputazione i cui effetti potrebbero aver avuto riverbero anche fuori dai confini della provincia reggina. Anche l’Autorità portuale di Gioia Tauro è nell’elenco delle parti civili ammesse. In questo caso è stato evidenziato da parte dei legali, il detrimento dell’immagine di un ente notevolmente esposto ai pericoli di infiltrazione ‘ndranghetistica, a fronte di diversi investimenti fatti per garantire la legalità.

L’eccezione di nullità del capo d’imputazione

Successivamente, gli avvocati Morabito, Madafferi e Raso hanno presentato un’eccezione preliminare di nullità di un capo d’imputazione, ritenendo che la formulazione della condotta fosse generica a tal punto da non consentire il corretto esercizio del diritto di difesa. A tale eccezione ha risposto il pm che, invece, ha sostenuto come la difesa si potesse esplicare ina maniera ottimale. Sul punto il collegio si è riservato la decisione, rinviando all’udienza del prossimo 15 novembre, per sciogliere la riserva sull’eccezione e procedere poi all’apertura del dibattimento e alla formulazione dei mezzi di prova.

Consolato Minniti