«Appare evidente che Sagnip abbia accuratamente programmato e progettato il delitto, studiando le migliori modalità esecutive e organizzando tutti i mezzi necessari, sicché sussiste chiaramente la circostanza aggravante della premeditazione». È quanto scrive il gip Vincenzo Quaranta nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri nei confronti di Roger Sagnip, il filippino di 45 anni arrestato dalla squadra mobile per l'omicidio di Giuseppe Latella, l'anziano ucciso il 14 settembre nella sua abitazione che poi è stata data alle fiamme per coprire le tracce dell'omicidio.

Delitto per il quale al momento non è stato possibile ricostruire il movente. Tuttavia, si legge nel provvedimento di arresto, «non può escludersi che il prosieguo delle indagini riesca a fornire, sul punto, un utile contributo». «Sono fatti a dir poco agghiaccianti», scrive il gip ripercorrendo la dinamica dell'omicidio ricostruito dalla squadra mobile diretta da Alfonso Iadevaia. 

«Il fatto - si legge nell'ordinanza - di aver, dopo il compimento dell'aggressione, appiccato il fuoco all'interno della camera ove giaceva il corpo del povero anziano, comprova definitivamente come egli abbia agito con volontà omicidiaria, ovvero con l'intenzionalità omicidiaria». Con la sua «indole crudele», infatti, Roger Sagnip «ha inteso assicurarsi che la vittima in ogni caso decedesse e anche eliminare ogni traccia, lasciando credere che si fosse trattato di un incidente domestico. Sussiste sicuramente la premeditazione, atteso che tutte le circostanze emerse dalle indagini lasciano ritenere che l'indagato si sia recato presso il Latella per ucciderlo».

Nel motivare la misura cautelare del carcere, disposta nei confronti dell'arrestato, il gip ha sottolineato non solo il rischio di un suo ritorno nelle Filippine ma anche la sua «spregiudicatezza e pericolosità fuori dal comune».