Nuovi particolari emergono dalle carte dell'inchiesta che ha portato all'applicazione di cinque misure cautelari nei confronti di operatori sociosanitari in forza alla casa di cura San Francesco Hospital
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Una paziente con una maglia color azzurro seduta vicino al tavolo continua a lamentarsi implorando "di aiutarla e di avere pietà di lei perchè sta malissimo". Chiede all'operatrice di accompagnarla in bagno, perchè "non ce la fa più", ma l'operatrice seduta sulla poltrona di fronte a lei continua a ignorarla. È il 12 gennaio 2018. E le telecamere registrano ogni attimo di ciò che avviene nella clinica San Francesco Hospital, residenza sanitaria assistenziale e riabilitativa ubicata a Settingiano, finita ieri al centro di un'inchiesta istruita dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza e che ha portato all'applicazione di cinque misure cautelari - due arresti domicliari e tre divieti di dimora - nei confronti di altrettanti operatori sociosanitari.
Il lancio della torta
È solo una delle tante immagini "rubate" e che hanno consentito agli investigatori di chiudere il cerchio ipotizzando i reati di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona e lesioni colpose. Ad esempio, l'8 dicembre del 2017, sempre le stesse telecamere immortalano un operatore intento a frugare nella borsa di un'anziana che dorme con il capo poggiato sul tavolo. Un mese più tardi, il 9 gennaio, l'operatore Antonino Massara si avvicina al tavolo e domanda ad una paziente se vuole la torta altrimenti la porta via. La paziente risponde che non ne vuole ma di lasciarla sul tavolo. L'operatore arrabbiato prende il piatto e glielo lancia invitandola "a rilassarsi" e rivolgendole una bestemmia. La torta cade sulla paziente e per terra. L'operatore si avvicina quindi a raccoglierla minacciando la paziente di non rivolgerle più la parola.
La colazione servita tra gli escrementi
Ma illuminanti per comprendere le modalità attraverso le quali venivano gestiti i pazienti all'interno della Rsa risultano essere le dichiarazioni di una ex dipendente. "I pazienti - racconta - venivano generalmente portati al piano seminterrato per fare colazione; alcuni utenti che si alzavano più tardi venivano direttamente imboccati nel letto nonostante fossero in condizioni pietose. Per condizioni pietose intendo dire che spesso non si faceva in tempo a effettuare l'igiene personale prima di somministrare la colazione per cui venivano imboccati nonostante fossero ancora sporchi dei loro bisogni. Talvolta ci chiamano per scendere giù a pulire qualche paziente che nel frattempo si è sporcato dei propri bisogni, ma ciò avviene soltanto quando ci sono i parenti dei pazienti venuti a fare visita ai loro congiunti, altrimenti il paziente resta sporco fino all'ora di pranzo, più o meno mezzogiorno, quando noi, dopo aver finito gli adempimenti ai piani superiore, scendiamo sotto ma quando ormai è troppo tardi per le loro pulizie personali e in quelle condizioni devono pranzare".
Tuttavia, i legali della casa di riposo hanno già obeittato che «rispetto ai reati ipotizzati dal pm, il gip ha già escluso “la gravità indiziaria del reato di maltrattamenti con riferimento alla condotta di contenzione e vieppiù di quello del sequestro di persona” avendo gli stessi consulenti tecnici della Procura attestato come “i pazienti erano ospitati in più sale, erano tutti tranquilli e ben igienizzati, gli indumenti erano in ordine e normo inseriti, non erano presenti imbrattamenti del corpo o degli indumenti”».
Legati alle sedie a rotelle
Una tesi difensiva che contraddice quanto dichiarato a verbale dall'ex dipendente. "Dopo mangiato alcune persone, quattro o cinque - prosegue il suo racconto - vanno a letto a riposare. Sono solo quei pochi che hanno i familiari che vanno a controllare per questo vengono fatti coricare per evitare problemi con i parenti. C'è un ordine di servizio che dice quali sono i pazienti che devono essere coricati e sono quelli che hanno i parenti che vengono tutti i pomeriggi. Tutti gli altri rimangono giù fino alla sera seduti. Solo a qualcuno di pomeriggio lo fanno camminare in palestra ma molto raramente. Ci sono pazienti che vogliono camminare o scappare, altri che scivolano dalla sedia quindi gli operatori legano i pazienti in modo da poterli gestire tutti, anche quelli che non hanno bisogno della fascia di contenzione ma vogliono solo camminare. Quindi siccome c'è un solo operatore per evitare di dover correre dietro al paziente vengono legati alla sedia a rotelle. Ci hanno detto che questo sistema serve anche per evitare pericoli per il paziente".
Luana Costa