Dalle carte dell'operazione della Dda emerge anche l'assegnazione di un progetto multimediale sull'antica città pitagorica promosso dal Comune e finanziato con i fondi della Regione. La contropartita sarebbero stati voti a favore del politico crotonese
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«Trentacinquemila euro per un ologramma non te li avrebbe assicurati nessuno. Tranne questo fesso. Giusto per essere chiari». Uno degli uomini più vicini a Vincenzo Sculco rintuzza così le perplessità dell’imprenditore che è al telefono con lui. Gli hanno chiesto di realizzare un progetto multimediale sull’antica Kroton per partecipare poi a un bando a evidenza pubblica e quell’imprenditore è lacerato da un dubbio: teme di non vincere quella gara. «Lavorate e poi vediamo» lo rassicura il suo interlocutore. I termini di presentazione delle domande scadranno l’11 marzo del 2019, ma quella conversazione è del settembre 2018. Vincitori e vinti erano già noti allora, con sei mesi d’anticipo rispetto all’apertura delle buste. È il sistema crotonese immortalato dall’inchiesta “Glicine” dalla Dda di Catanzaro e, in tal senso, il progetto “Pythatar” vale da esempio fra i più rappresentativi.
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Il Comune lo aveva ribattezzato programma “Antica Kroton”, affidandone parte della realizzazione a una sua società di houseproviding. L’idea era di quelle ambiziose e creative: mettere su un allestimento in modalità virtuale e interattiva per celebrare il passato glorioso della città. Nelle intenzioni avrebbe dovuto essere «un percorso emozionale e altamente immersivo» con l’avatar di Pitagora, realizzato con tecnica olografica, a dare un tocco di pregio all’opera finanziata dalla Regione Calabria.
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Insomma, non una roba da realizzare in soli cinque giorni, eppure è questo il tempo che all’epoca intercorre fra la pubblicazione del bando e la scadenza dei termini di presentazione delle domande. Una procedura farlocca, dunque, che non a caso a marzo del 2019 determina la partecipazione di una sola ditta, la Kronos 4D, che già dall’ottobre precedente si stava preparando alla gara. Al riguardo, il giudice delle indagini preliminari non ha dubbi: quel bando è stato confezionato «ad hoc, strumentalizzando a proprio piacimento le regole in vista della già decisa scelta del soggetto verso cui direzionare il finanziamento regionale».
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Il tutto, secondo gli inquirenti si sarebbe consumato a fronte di un accordo preventivo fra Sculco e i rappresentanti della società, in passato già destinataria di affidamenti diretti. Addirittura, due commissari di gara avrebbero assistito in anteprima a una bozza del progetto e da alcune intercettazioni successive all’assegnazione del servizio, gli investigatori deducono che lo stesso Sculco sia andato a chiedere sostegno elettorale ai vincitori dell’appalto.
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Vincitori e vinti già noti prima di gareggiare, un andazzo che nell’antica Kroton non sarebbe stato neanche ipotizzabile poiché ritenuto disonorevole. Quasi tremila anni dopo, però, è diventato “sistema”.