«Un ringraziamento forte, una riaffermazione di fiducia, di stima, di amicizia e colleghi magistrati del distretto e della Corte in particolare che con serietà, sobrietà, impegno, svolgono il lavoro quotidiano; la mia gratitudine, la mia stima al personale amministrativo, chiamato strenuo impegno in condizioni difficili». Prende il via con queste parole la relazione del presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, all’inaugurazione dell’Anno giudiziario.

 

Il magistrato ha proseguito: «Con ferma serenità e fiducia assoluta nell'operato degli inquirenti, abbiamo vissuto il vulnus indelebile inferto alla comunità giudiziaria derivato dai provvedimenti giurisdizionali e disciplinari riguardanti magistrati del distretto titolare di incarichi di grande responsabilità; al sentimento di stupore, di dolore, di inquietudine, professionale e personale, si accompagna la serenità di essere giudici che si affidano e restano affidati ad altri giudici, fedeli al mandato costituzionale di essere gelosi custodi della giurisdizione e del processo in cui il giudice è terzo, e non parte, ed amministra la giustizia in nome del popolo italiano».

 

Secondo Introcaso «i recenti accadimenti, nati nel distretto ed originati da indagini del distretto, delineano un quadro di negazione degli elementi fondanti l'esercizio della giurisdizione: mi sia dato affermare a nome di tutti i 292 magistrati togati in servizio, che solo attraverso la giurisdizione, l'accertamento rigoroso dei fatti, si possono recuperare gli elementi identitari di noi, chiamati a iusdicere. Il rischio della mancanza di fiducia del popolo italiano a cui dobbiamo, oggi e in questa sede, rendere il conto dell'attività svolta nel distretto, va fugato dunque attraverso la giurisdizione, attraverso il giudizio conseguente alla ricostruzione dei fatti, che noi tutti, anche nelle precedenti vicende, attendiamo con fiducia».

 

E ancora: «La disponibilità all'accountability quest'anno è marcata da siffatta ulteriore esigenza di recupero della storica immagine della magistratura catanzarese con l’offrirsi al giudizio attuato attraverso i canali ordinamentali e processuali, come unica risposta al vulnus dolorosissimi inferto. Con questa dichiarazione di umiltà, disponibilità al giudizio, coscienza di quello che siamo, ribadisco che la relazione sullo stato della Giustizia rappresenta un rendiconto alla collettività sull'attività giurisdizionale del distretto di Catanzaro».