VIDEO | Due eterne fazioni che anche adesso si fronteggiano. C’è chi non gli attribuisce alcun merito nell’evoluzione sociale dell’Italia e chi invece considera fondamentale il suo apporto alla politica e all’imprenditoria. Le interviste in strada a Vibo (ASCOLTA L'AUDIO)
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«La vendita dei quotidiani oggi è andata meglio degli altri giorni per via della notizia della morte di Silvio Berlusconi». Il titolare di una delle storiche e ormai sporadiche edicole di Vibo Valentia ci mostra i giornali. Tutti dedicati alla scomparsa del leader di Forza Italia. «Ha fatto la storia dell’Italia - spiega l’edicolante - piaccia o no, è stato un grande politico e un grande imprenditore», commenta mentre sistema gli ultimi giornali rimasti.
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In piazza Municipio un gruppo di amici si confronta come ogni giorno sui problemi dell’Italia. Oggi come ieri, si discute della morte del politico. Le opinioni sono contrastanti. «Quale contributo ha dato Berlusconi all’evoluzione dell'Italia? Nessuno. All’Italia non ha dato niente». Il giudizio tranciante crea scompiglio tra gli amici, uno in particolare replica: «È stato l’imprenditore numero in Italia e continuerà ad esserlo grazie ai suoi figli. È stato un grande sportivo. È stato un grande imprenditore. Ha creato le reti Mediaset e ha dato lavoro a oltre 40mila persone - ricorda agli amici, chiedendo conferma con lo sguardo -. E infine è stato scagionato dalla magistratura al 100%. La sinistra sa solo rosicare…».
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Due giovani passeggiano lungo corso Vittorio Emanuele III. «Ero in contrasto con le sue idee - ammette il più grande - ma è innegabile, Berlusconi è stato un personaggio dei nostri tempi. Siamo cresciuti con lui». Annuisce l’amico: «Io sono di Milano. Silvio Berlusconi è stato un grande presidente della mia squadra del cuore, il Milan. Di politica non me ne intendo, ma di calcio sì. E lui è stato un grande uomo».
Molti si stanno interrogando sul futuro di Forza Italia. Il partito continuerà ad esistere? Chi subentrerà dopo di lui? «Spero sua figlia Marina», dice fiducioso un pensionato.
Anche sulla decisione di proclamare il lutto nazionale, prima volta per un presidente del Consiglio, si levano voci contrastanti. «Bastavano i funerali di Stato», sostiene un anziano, ma un altro ribatte: «Berlusconi merita molto per quello che ha dato al nostro Paese. Il lutto nazionale ci sta. Glielo dobbiamo noi italiani. Sia di destra che di sinistra. Tutti».