VIDEO | A confronto amministratori locali e assistenti sociali: «In Calabria accesso alle risorse più complicato»
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Contrastare le nuove povertà e promuovere coesione sociale e welfare generativo. È questo l’obiettivo del progetto “Amici di casa” presentato a Siderno e indirizzato al sostegno a distanza. L’incontro è organizzato dall’associazione “L’uno per l’altro” con il contributo di ForumSad e il patrocinio dell’amministrazione comunale. «È un progetto che si propone di attivare delle iniziative di famiglie multiproblematiche attraverso l’educativa domiciliare – ha spiegato il vicesindaco Salvatore Pellegrino - e l’attivazione di uno sportello per i cittadini. Noi abbiamo accolto positivamente questa proposta dell’opera “Don Bonifacio” e siamo contenti di attivare tutte le iniziative previste per il territorio».
Un contributo importante alla discussione è stato offerto da Rosa Maria Mesiti, direttrice sanitaria della comunità psichiatrica che ha contributo a sviluppare anche in Calabria, con l’appoggio di Blu Terapy, il percorso di “azione Verde” per costituire la possibilità di incrementare l’adozione a distanza. «E’ un progetto nazionale del ministero del Lavoro con lo scopo di creare un fondo per i bisogni del posto – ha evidenziato - In Calabria beneficiarie sono al momento 10 famiglie ma contiamo di fare diventare questo progetto un punto di riferimento per i bisogni locali».
Presente al dibattito anche il presidente della fondazione “Azione Verde” don Bonifacio Duro. «Per tanti anni abbiamo lavorato in Africa – ha detto - ma abbiamo scoperto che il bisogno che c’è lì è presente anche qui. Per questo abbiamo messo in opera questa sinergia per cominciare a dare una mano alle persone in difficoltà del territorio. E’ la prima volta che lanciamo questo progetto a Siderno e vogliamo proseguirlo».
A presentare una mappa dei bisogni del territorio è stato il sociologo e docente Unical Marcello Giorgio. «Non è un’operazione semplice – ha sottolineato - le regioni meridionali vivono delle difficoltà legate al fenomeno del divario civile, cioè quella condizione per cui l’accesso alle risorse di cittadinanza è più complicato. Questo chiama ognuno ad attivarsi, e tutto questo fa emergere responsabilità istituzionali, perché è importante che loro si facciano carico dei problemi con delle politiche in grado di ridurre il divario civile. Progetti del genere sono il segno di una comunità che si attiva e prende coscienza delle vulnerabilità del territorio».