Ci siamo occupati più volte del trasporto pubblico nella città di Catanzaro, affidato alla partecipata di Palazzo De Nobili Amc. Una società che ha patito gravi difficoltà, soprattutto in un passato assai recente, anche in ragione di una serie di tagli alle contribuzioni dagli organismi sovraordinati, motivo di gravi problemi gestionali. Malgrado ciò, il sindaco Sergio Abramo si è sempre vantato in consiglio comunale di aver risanato i conti dell’azienda (in particolare grazie alla scelta di manager di valore da lui difesi ed esaltati per le loro capacità) e di averne quindi almeno un paio di volte scongiurato non solo la “chiusura” quanto pure salvaguardato i livelli occupazionali.

La continua emergenza, tuttavia, degli ultimi anni ha ad esempio impedito di tramutare una serie di contratti part-time in full-time o di procedere a nuove assunzioni di autisti, di cui ci sarebbe un gran bisogno a differenza degli impiegati che abbondano. Chi è addentro alle cose della stessa municipalizzata sostiene inoltre che il grande risparmio si giova in realtà del venir meno tante posizioni dirigenziali, con relativi importanti stipendi “risparmiati”, in virtù delle sopravvenute quiescenze. Ma tant’è, a parte questi pensionamenti, i conti sono in ordine. Dato da rimarcare.  

Tutto bene, allora? In apparenza sì, addirittura ancor di più adesso che diversi contratti potrebbero appunto essere definitivamente trasformati da tempo parziale a tempo pieno dando peraltro pieno seguito a una misura temporanea adottata in coincidenza della ripresa dell’anno scolastico “in presenza” con la necessità di potenziare il servizio.

Tutto ciò, però, non cancella alcune gravi lacune nel funzionamento interno della stessa municipalizzata che dà luogo a non poche lamentele di un personale costretto a sobbarcarsi duri turni di lavoro. Ma in merito va fatto un distinguo fra quanti, e sono tanti, che sono rimasti alla guida (dopo essere stati assunti proprio per condurre i mezzi) con le connesse responsabilità e chi invece ha fatto di tutto per lasciar lo sterzo e passare nei comodi uffici.

Nessuna crociata contro gli amministrativi, per carità. Ma si è più volte messo in evidenza che l’Amc a fronte della pianta organica tutto sommato pletorica registra sempre un palese deficit nel numero riguardante i conducenti da impiegare per coprire le corse previste dall’orario in vigore. Un elemento molto negativo che si ripercuote nell’infinita dilazione dei congedi al “personale viaggiante”, pure quando sarebbero indispensabili.

Permessi che gli autisti talvolta sono costretti a chiedere per le rispettive esigenze personali o di famiglia ovvero anche per godere di qualche pausa dopo aver accumulato, lo si ribadisce, fino a diverse settimane di ferie arretrate. Pare però che quando bussino alle porte dei dirigenti per farsi autorizzare le temporanee astensioni dalla guida si sentano opporre un diniego per la cronica carenza di conducenti (non di impiegati, come ovvio) e quindi l’estrema difficoltà di fare a meno anche di una sola unità. Andazzo che crea non poco malumore nella categoria in questione. Che si sente penalizzata anche sotto tale aspetto.