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Vibo Valentia - Si torna a parlare di scorie radioattive nel reggino e soprattutto nel vibonese. E sale in cattedra il "Comitato pro Serre" nel cui mirino finisce addirittura la prefettura del capoluogo. "Ci eravamo lasciati - è stato scritto in una nota con i migliori propositi su una questione che potrebbe aver già prodotto effetti devastanti nel vibonese e non solo. Un allarme che con le recenti desecretazioni di documenti prima coperti dal segreto di Stato ha preso sempre più corpo". E' quanto denuncia il Comitato civico Pro Serre sulla mancata istituzione di una task force che nel giugno scorso il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, aveva promesso di costituire per far luce sulla presunta vicenda dei fusti con scorie radioattive e rifiuti tossici che, secondo le informative del Sisde desecretate nei mesi scorsi e contenute negli atti della commissione parlamentare d'inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti, si presume siano stati interrati, oltre che in provincia di Reggio Calabria, anche nelle Serre vibonesi". E ancora: "Abbiamo atteso vanamente per 5 mesi - sottolineano da Comitato civico Pro Serre - ed al nostro pari i sindaci vibonesi intervenuti al vertice, ma ad oggi nulla di concreto e' maturato. Silenzio assoluto dalla Prefettura e per questo ci chiediamo se dobbiamo attenderci ancora qualcosa o se si sta solo tergiversando affinché cali il definitivo oblio sui fatti emersi. Crediamo invece sia arrivato il momento di dare adeguate risposte ai cittadini delle Serre, un territorio dove l'incidenza di patologie neoplastiche - concludono dal Comitato - si mantiene ancora ben al di sopra della media comunitaria e nazionale".