VIDEO | Semidistrutta nel 1807 dai francesi, la Torre angioina che sovrasta la città tirrenica, è sempre più esposta al rischio di un crollo, sia per colpa dei turisti che ne “scalano” le pareti, sia per i recenti movimenti che hanno interessato la collina su cui sorge
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Dalla frana del 19 gennaio 2021, niente può più essere sottovalutato in quel di Amantea, cittadina tra le più popolose del tirreno cosentino. Da quando una pioggia di massi si è abbattuta sul centro storico, l’idea di vivere sotto una parete malmessa, non stuzzica la fantasia dei residenti, già traumatizzati dagli eventi che – a partire dagli anni ’80 – hanno determinato crolli e sgomberi su Corso Umberto I, dove profonde lesioni sono recentemente comparse sulla facciata di un’intera stecca di abitazioni.
In cima all’altopiano attorno cui si arrocca la parte più antica del paese – oltre alla quasi millenaria chiesa di San Basilio – c’è il Castello di origine bizantina, in rovina da quando i francesi lo distrussero nel 1807. Accanto, orientata verso il mare, c’è la Torre angioina, punto d’avvistamento ideale per la fortezza inespugnabile che Amantea ha rappresentato per secoli. Tutte strutture messe ulteriormente a repentaglio da quanto accaduto, a livello idrogeologico, negli ultimi tempi.
Con l’intento di sollecitare una messa in sicurezza della zona, e la preoccupazione di preservare edifici che sono un tutt’uno con l’identità cittadina, Antonello Zaccaria – guida turistica – ha fatto appello alla Soprintendenza, nella convinzione che solo dall’accordo tra il comune e i privati proprietari di antiche rovine e terreno, possano sorgere le condizioni per preservare l’intero centro storico da una minaccia costante, determinata dalla possibilità di un crollo tale da potersi abbattere sulle case sottostanti.
«La problematica della Torre del Castello di Amantea – ha spiegato Zaccaria – è una cosa che dura da decenni ma, a partire dalla grande frana che il 19 gennaio ha bloccato tutto il centro storico, le segnalazioni in merito al suo costante degrado si sono moltiplicate. Oltre al logorio degli elementi, ad indebolire la struttura della Torre, contribuisce anche lo sconsiderato comportamento di quanti, incuranti dello stato della struttura, si arrampicano al suo interno per affacciarsi sullo splendido orizzonte che abbiamo di fronte. Considerato l’evolversi della situazione, è opportuno che le istituzioni ed i privati proprietari giungano ad un accordo, perché un tale stato di cose non può perdurare ed è necessario un intervento pubblico».
«Nel caso in cui la zona passasse al pubblico demanio – ha aggiunto Antonello Zaccaria – esistono possibilità garantite da canali di finanziamento dedicati, che magari possono essere un pò lunghi come tempi, ma garantiscono risultati che nel giro di qualche anno sarebbero sotto gli occhi di tutti. Magari cominciando celermente a mettere in sicurezza l’area, con transenne che impediscano l’accesso selvaggio alla zona e barriere funzionali a contenere eventuali crolli che possano poi interessare il centro storico più in basso. Poi sarebbe doveroso provvedere ad un restauro, che faccia diventare realmente questo pianoro, la parte più alta dove si è vissuta veramente la storia di Amantea, uno dei luoghi turistici più belli e affascinanti affacciati sul tirreno cosentino».