La conduttrice ospite del popolare programma in onda su La 7: «Mi indigna sentire che il Capo dello Stato potrebbe essere anche una donna. Cioè, una donna a caso». E illustra il suo pantheon nel quale inserisce anche l'ex candidata a presidente della Regione
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
C’è anche Amalia Bruni, candidata alla presidenza della Regione Calabria alle elezioni dello scorso ottobre, tra le personalità femminili di rilievo proposte da Serena Dandini per la corsa al Quirinale durante la trasmissione tv Propaganda Live in onda su La 7. Ospite del programma, la conduttrice ed autrice tra l’altro degli storici programmi di satira televisiva Avanzi e La tv delle Ragazze, dialogando con Diego Bianchi, ha posto l’accento sulla mancanza, nel dibattito politico, di nomi al femminile da contrapporre ai gettonatissimi Mario Draghi e Silvio Berlusconi.
Qualità in rosa
«C’è una cosa che mi indigna da morire – ha detto nel corso del suo intervento – Sento dire che il Presidente della Repubblica potrà essere Draghi, o Berlusconi, o una donna. Cioè una donna a caso, come Draghi, Berlusconi o un dromedario. Come se nel nostro Paese non esistessero decine e decine di donne con un curriculum elevatissimo in grado di ricoprire questo ruolo». A questo punto la Dandini ha tirato fuori una lista di nomi di donne italiane di straordinaria qualità, tra cui l’astronoma Alessandra Celletti, l’astrofisica Simonetta Di Pippo e ancora la senatrice a vita Fabiola Gianotti chiamata alla guida del Cern di Ginevra, la rettrice dell’Università La Sapienza Antonella Polimeni, la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, nominata da Papa Francesco, fino ad arrivare appunto ad Amalia Bruni «Ha scoperto il gene dell’alzheimer – ha sottolineato la Dandini –. E secondo me in questo Paese una presidente che ha scoperto il gene dell’alzheimer può aiutare».
Donne invisibili
«Queste sono solo alcune – ha chiosato la conduttrice tra il serio e il faceto – e che sono invisibili: non le cercano. Con questa scusa di dire “una donna” fanno finta che non ci sono donne competenti nel nostro Paese».