Reati ambientali

Alterato il corso di un torrente da lavori abusivi nel Reggino: 2 denunce e sequestri

VIDEO | Un vero e proprio cantiere quello scoperto dai carabinieri forestali dove attraverso mezzi meccanici veniva asportato massivamente e movimentato materiale estratto dalle rive del fiume “Duverso” nel comune di Seminara

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di Redazione Cronaca
21 giugno 2024
07:12

Avrebbero dovuto essere meri lavori di “sistemazione agraria”, consistenti in un recupero ambientale di un sito privato, mediante riprofilatura e sistemazione morfologica con impianto di un pioppeto, invece, alla vista dei Carabinieri Forestale dei Nuclei di Cittanova e Sant’Eufemia D’Aspromonte (RC), si presentava un’area di cantiere, aperto su terreni vincolati paesaggisticamente, con luoghi naturali sconvolti da movimenti di terra operati dai mezzi meccanici di una ditta di costruzioni, intenti ad asportare massivamente e movimentare materiale litoide, estratto dalle rive del torrente “Duverso”, nel Comune di Seminara (RC).

In pratica, un vero e proprio deterioramento di matrici ambientali protette, con alterazione sostanziale dello stato dei luoghi e della loro morfologia, non di certo legittimata dal possesso da parte della Ditta di una mera autorizzazione paesaggistica semplificata, ottenuta per eseguire lavori connessi ad attività agricola, di certo non corrispondenti a quelli effettivamente posti in essere dalle ruspe. Le indagini hanno portato i militari ad accertare che il materiale litoide estratto abusivamente dal citato torrente, era poi movimentato per essere introdotto nel ciclo produttivo di un impianto di selezione inerti con sede in Rizziconi (RC).


In pratica gli investigatori hanno accertato:

  • l’abusiva esecuzione di un’imponente movimentazione di terra all’interno di una proprietà privata del Comune di Seminara, sottoposta a vincolo paesaggistico;
  • l’esecuzione di movimenti terra, sempre abusivi, all’interno di un’altra area adiacente, anch’essa area sottoposta al vincolo paesaggistico ex lege D. Lgs. 42/2004 art. 142 co. 1 lett. c), senza che fosse stata rilasciata alcuna autorizzazione paesaggistica dall’Autorità competente;
  • la realizzazione di argini, mediante l’utilizzo di terra di riporto, all’interno di proprietà private, che causavano la deviazione del naturale corso delle acque pubbliche del torrente Duverso.
  • l’esecuzione di movimenti terra in area appartenente al demanio fluviale, utilizzata verosimilmente per la realizzazione degli argini che delimitano la proprietà del demanio fluviale e quella privata.
  • l’eliminazione della vegetazione spontanea tipicamente ripariale presente sull’area, in particolare esemplari di pioppo (Populus sp.) e salice (Salix sp.).

L’analisi delle immagini realizzate dai militari anche con l’uso di droni, ha dimostrato, pertanto, che il corso d’acqua del Torrente Duverso attraversava, originariamente, la parte centrale delle aree suddette interessate dai lavori, mentre al momento degli accertamenti lo stesso  corso d’acqua risultava essere stato spostato lungo il confine di altri terreni; il tutto veniva realizzato mediante la realizzazione di argini artificiali, costruiti con notevole quantità di terra movimentata,  interessando anche un’ulteriore particella di proprietà di terzi, non interessata dalle autorizzazioni paesaggistiche.

Dagli ulteriori accertamenti investigativi emergeva che:

  • per tutti i lavori citati, la ditta esecutrice aveva presentato una semplice Comunicazione Inizio Lavori Asseverata (CILA) allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) del Comune di Seminara, con asseverazione e progetto a cura del tecnico: gli interventi venivano classificati come movimenti di terra pertinenti all’esercizio dell’attività agricola
  • L’area oggetto degli interventi ricadeva in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Pertanto per la realizzazione dei lavori di cui trattasi veniva rilasciata all’interessato Autorizzazione Paesaggistica Semplificata dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria
  • Lo stesso sito ricadeva, inoltre, in un’area di attenzione del Piano d’Assetto Idrogeologico (PAI) e in un’area di attenzione del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA).
  • Dalla relazione progettuale a firma del tecnico di parte, si rilevava che i lavori di movimento dovevano consistere in “sistemazione finale dell’area mediante operazioni di spietramento, spianamento, riprofilatura e messa in posto del manto vegetale per consentire la piantumazione di un pioppeto”.
  • Gli interventi, prevedevano solo operazioni di livellamento ed allontanamento dell’inerte non utile senza intacco alla conformazione del suolo e del sottosuolo, con realizzazioni degli argini mediante l’utilizzo di materiale litoide recuperato dalle operazioni di livellamento, il tutto all’interno della proprietà privata.
  • Non veniva esibita alcuna autorizzazione che rendesse lecita la movimentazione di terra dall’adiacente area fluviale demaniale.

Alla luce di tali accertamenti, i militari hanno rilevato la sussistenza delle ipotesi di reato di inquinamento ambientale, stante il deterioramento significativo e misurabile di un’estesa area sottoposta a vincolo paesaggistico mediante deviazione del corso d’acqua con influenze sulla fauna ittica, movimenti di terra e prelievo di materiale inerte che hanno comportato l’eliminazione della vegetazione spontanea e distruzione dell’ecosistema ivi presente. Contestate anche violazioni paesaggistiche ed edilizie, stante la realizzazione abusiva di tali lavori, consistenti in attività estrattive di inerti e movimenti terra, poste in essere in area sottoposta a vincolo paesaggistico, senza la prescritta autorizzazione, ovvero per aver eseguito opere di sbancamento che hanno comportato una perdurante modificazione dello stato dei luoghi in assenza del relativo permesso.

In ultimo, contestato anche il reato di alterazione e distruzione di bellezze naturali, nonché di deviazione delle acque e modifiche dello stato naturale dei luoghi per finalità di illecito profitto. Il titolare della ditta e il direttore dei lavori sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria di Palmi, mentre le aree oggetto dei lavori ed i mezzi della ditta esecutrice degli stessi, due autocarri e due escavatori, sono state poste sotto sequestro.

Tutte le attività di sequestro venivano eseguite dai Carabinieri Forestale di Cittanova e Sant’Eufemia D’Aspromonte con il supporto investigativo del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria.

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