VIDEO | Il dibattito pubblico con Rete ferroviaria italiana è stato infiammato dalla resistenza dei Comuni che però conoscevano i termini dell’opera da un miliardo e 400 milioni di euro e del suo impatto ambientale da almeno 7 mesi
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Il dibattito pubblico con cui Rfi sta spiegando le sue scelte alle popolazioni interessate dai nuovi interventi sul territorio calabrese, a Paola si è rivelato molto movimentato. L’evento era stato anticipato da un incontro preparatorio, organizzato dal capogruppo consiliare di Rbc Andrea Signorelli e partecipato, oltre che dai cittadini interessati, anche dal Comitato popolare Santomarco,
Bisogna tenere presente quanto sinora è avvenuto sul fronte delle interlocuzioni tra Rete ferroviaria italiana e le pubbliche amministrazioni deputate alla gestione locale del territorio. Secondo una prima ricostruzione, i primi contatti ufficiali in merito si sono avuti a gennaio 2022, quando Rfi ha scritto (anche) al Comune di Paola e a quello di San Lucido, una missiva.
Ciò significa che almeno alle pendici del Santuario, gli uffici competenti ed il sindaco fossero informati riguardo ciò che stava per prendere corpo sul piano ferroviario, già sette mesi fa (a San Lucido c’era il commissario).
Questo dettaglio è forse fondamentale per capire in quali condizioni la città è arrivata a misurarsi ieri con il pool di tecnici inviati da Rfi. Dopo sette mesi di sordina, coperto dal frastuono della campagna elettorale, l’argomento è tornato di allarmante attualità solo in seguito al primo dibattito pubblico organizzato al Sant’Agostino, e per poco non sfumato a causa di fraintendimenti su natura e orario dell’incontro.
Considerata l’infruttuosità di questo preliminare approccio, dalle parti di Rete dei beni comuni – presente e partecipe dalla prima ora con Andrea Signorelli – e poi dal Comitato popolare Santomarco, nonché da tanti cittadini che hanno espresso irritazione via social, si è avvertita l’urgenza di organizzare un ulteriore appuntamento per confrontarsi su qualcosa che avrà ripercussioni e ricadute in ogni ambito vitale della costa tirrenica cosentina.
Iniziativa infine sposata anche dall’amministrazione comunale, stavolta però guidata dal neoeletto Giovanni Politano (che tuttavia a gennaio era consigliere comunale di maggioranza a supporto di Roberto Perrotta). Pertanto, in vista di quanto è andato poi in scena ieri all’auditorium, altri due incontri – uno nella scorsa settimana e l’altro, come anticipato, ieri mattina alle 10.15 nella sala consiliare Lo Giudice – sono stati indetti al fine di rendere edotta la popolazione e sciorinare tutti i dubbi sull’infrastruttura che impatterà sul territorio con la stessa intensità che avrebbe il ponte sullo Stretto (qualora venisse realizzato). Insomma, tutto il necessario per arrivare preparati all’appuntamento.
Un miliardo e 400 milioni di euro sono già pronti per finanziare ogni cosa, dal doppio ulteriore traforo della montagna che separa litorale ed entroterra, fino all’alta velocità da spacchettare tra Paola e San Lucido, al solo fine di agevolare Cosenza e poi tutta la tratta ionica calabrese (per raggiungere infine il porto più grande d’Europa a Gioia Tauro).
Un’opera titanica, immensa, che già sulla carta prospetta limiti e interpretazioni audaci, che prevedono l’installazione di sottostazioni elettriche nei pressi di centri abitati, nonché dolorosi espropri – uno dei quali interesserà pure il Comune di Paola, costretto a cedere l’elisuperficie per la cui proprietà sta ancora pagando un mutuo – senza contare l’impatto ambientale e le conseguenze sul traffico veicolare che, per oltre 6 anni, potrebbe condizionare la quotidianità dei residenti.
Per questa ragione ieri mattina, quando è infine stato possibile incontrare il coordinatore del dibattito pubblico di Rfi, l’economista e professore alla Bocconi Roberto Zucchetti, accompagnato dal pool di tecnici incaricati di spiegare l’opera e le modalità con cui verrà realizzata, il clima si è subito arroventato.
Insieme ai cittadini, sulle barricate sono saliti anche i sindaci, con Politano e De Tommaso che hanno espresso forti perplessità sul metodo adoperato per deliberare l’opera, denunciando entrambi uno scarso coinvolgimento da parte di Rete ferroviaria italiana.
«Fermare questo progetto che, a quanto sembra, è in fase di realizzazione». Così il primo cittadino paolano ha stigmatizzato la situazione, rincarando successivamente la dose: «Ci devono coinvolgere perché questa linea non è assolutamente condivisibile». A fargli da sponda anche il sindaco di San Lucido, il quale senza mezzi termini si è scagliato contro i principi del progetto stesso «che rischiano – ha detto De Tommaso – di tagliar fuori l’intero litorale dai benefici che potrebbe avere il turismo, completamente dirottato verso altri lidi se oltre alle merci, questa tratta diventasse l’unica anche per il trasporto delle persone».
Dal canto suo il professor Zucchetti si è detto fiducioso di risolvere ogni criticità, sollecitando la stesura di un dettagliato rapporto basato proprio sulle questioni emerse ieri, un’iniziativa che dalle controparti viene vista come un tentativo di guadagnare tempo rispetto a domande cui non si è saputo rispondere.
La richiesta del territorio è pertanto quella di aspettare, senza bruciare le tappe che – forzate dalle tempistiche del Pnrr – rischiano seriamente di incendiare il clima locale, con persone già pronte a manifestare apertamente il proprio dissenso, e comitati prossimi ad organizzare forme di resistenza popolare ad una volontà che, così com’è stata calata dall’alto, fa storcere il naso quasi a tutti.