Sono ad oggi 841 le domande di segnalazione dei danni presentate agli Uffici Agricoli di Zona(UAZ) di Rossano e Corigliano Calabro da parte delle aziende agricole che hanno subito danni nell’alluvione. In base alle richieste, si confermano per il settore agricolo- riferisce la Coldiretti Calabria - i dati sull’ammontare complessivo, che da una prima stima, svolta, congiuntamente dalla Coldiretti e dai Consorzi di Bonifica, all’indomani del tragico nubifragio, totalizzava oltre i 20milioni di €uro. Il danno alla Produzione Lorda Vendibile (PLV) agricola – chiarisce la Coldiretti - è di oltre il 40% e quindi rientra nel classico caso che consente di attivare le misure consentite. “Questa la situazione reale, ora - commenta Molinaro presidente regionale dell’organizzazione – è il tempo che la Regione, dopo la fase emergenziale, attinga a tutte le opportunità che ha a disposizione. Con il Decreto del Governo Nazionale (che ci auguriamo possa essere implementato nello stanziamento) è evidente che non si può fronteggiare tutta la situazione e per questo ritorniamo a chiedere al Presidente Oliverio di emanare subito il bando a valere sulla misura 126 (calamità naturali) del PSR 2007-2013, con contestuale ricevimento delle domande da parte degli agricoltori. Se poi – precisa – non si riesce entro il 31 dicembre 2015, i pagamenti si possono trasferire sulla nuova programmazione 2014-2020 nella misura 5, che può essere ulteriormente specificata nelle sottomisure visto che siamo nella fase di negoziazione con la Commissione Europea. Anche altri Fondi comunitari – continua – ad esempio il FESR può intervenire sulle strade poderali ed interpoderali e le zone interne. Le risorse a disposizione per l’APQ sul dissesto idrogeologico possono, in collaborazione con i Consorzi di Bonifica, essere utilizzate per la pulizia di torrenti ed altro. Sono risorse, quelle dei Fondi Comunitari, che se non spese, - è l’allarme che viene lanciato - si rischia di restituire all’Unione Europea. Un ventaglio di proposte e soluzioni che possiamo e dobbiamo innescare, ma bisogna però fare molto presto - sollecita Molinaro – altrimenti il danno per l’agricoltura è destinato inevitabilmente ad aumentare perché bisogna liberare subito i terreni dal fango per non causare asfissia radicale che evidentemente comprometterebbe in modo definitivo le pregiate colture con danni irreparabili sul piano occupazionale e della competitività.