Dopo i fatti si passa alle denunce. L’allenatore aggredito dal genitore di giovane calciatore ha raccontato, nei giorni scorsi, la sua versione dei fatti. Adesso è il padre accusato di aggressione a parlare. 
«Essendo io il genitore coinvolto, mi corre l’obbligo di smentire categoricamente le gravi accuse mosse da Morfù nei miei confronti», ha dichiarato l’uomo, spiegando che l’intervento è avvenuto per difendere il figlio, di soli 11 anni, dopo ripetute vessazioni subite. Secondo quanto raccontato, il giovane sarebbe stato offeso e denigrato a più riprese da Morfù, reo di aver esultato durante una partita. La situazione sarebbe culminata in uno scontro nello spogliatoio, dove Morfù avrebbe chiuso il bambino insieme a un coetaneo e alla madre di uno dei presenti.

«Fortunatamente, un adulto è intervenuto sentendo le grida e ha placato la situazione», ha aggiunto il genitore. Allertato dalle telefonate del figlio in lacrime, il genitore, accompagnato dalla nonna e da un amico, si sarebbe recato presso la struttura dell’ASD Academy. Qui avrebbe invitato Morfù a smettere di accanirsi contro il ragazzo. «Sono stato subito aggredito e malmenato da Morfù, che mi accusava di non avere il diritto di trovarmi in quella che definiva casa sua», ha dichiarato. L’uomo ha poi descritto le conseguenze dell’alterco: «A seguito della forte aggressione subita, sono stato costretto a ricorrere a cure sanitarie presso il pronto soccorso di Corigliano Rossano, dove mi sono stati diagnosticati traumi al polso destro e alla cervicale». Per complicazioni subentrate, sarebbe stato necessario l’intervento del 118 la stessa sera.
Di fronte alle accuse di Morfù, il genitore sottolinea il proprio impegno come volontario sul territorio e respinge le insinuazioni sulla presunta maleducazione del figlio. «Le sue accuse sono infondate. Mio figlio veniva costantemente denigrato e sminuito, tanto da essere descritto come un “brutto anatroccolo”». Il genitore ricorda inoltre episodi passati, come il mancato svincolo del figlio dalla ASD Academy. «Nonostante la decisione fosse stata presa in accordo con la FIGC, abbiamo dovuto affrontare una lunga trattativa per ottenere lo svincolo. Anche questo ha rappresentato un trauma per mio figlio».

«Trovo curioso che Morfù, con costole e mandibola fratturate, abbia potuto rilasciare numerose interviste nell’arco di 24 ore», conclude il genitore, annunciando di aver depositato regolare denuncia presso le autorità giudiziarie. «Questo evento ha generato paura e apprensione in tutta la mia famiglia. Continueremo a lottare per far emergere la verità». La vicenda si sposta ora in tribunale, dove la querela presentata da Morfù trova risposta con una controdenuncia da parte del genitore, il quale si dice determinato a difendere l’onore proprio e quello della sua famiglia.