La Procura per Gabriele Parisi aveva chiesto 10 anni di reclusione. Riqualificato il reato in intestazione fittizia. Cade l'accusa di associazione mafiosa
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Riqualificazione del reato e pena già scontata. Il collegio del Tribunale di Palmi ha condannato a 2 anni e mezzo di reclusione Gabriele Parisi, commercialista di Palmi arrestato nella maxi inchiesta della Dda di Reggio Calabria denominata “Alchemia”.
Parisi ha deciso di farsi processare da solo ed è imputato nel processo stralcio che si è celebrando davanti al Tribunale di Palmi, in parallelo a quello in ordinario che sta trattando dinnanzi a un altro collegio. Le indagini hanno riguardato sia le cosche di Palmi che quelle di Cittanova dei Raso e degli Albanese. Una sentenza, quella dei giudici palmesi, che ha rigettato le richieste dalla Procura Antimafia che aveva invocato per l’imputato 10 anni di reclusione.
L’accusa nei suoi confronti era pesante: fare parte della cosca Gagliostro di Palmi, clan che sarebbe operativo soprattutto nelle regioni del nord Italia. Secondo la Procura Parisi, ex consigliere comunale di centrodestra, sarebbe stato il referente politico del clan nell'amministrazione palmese. Una tesi, però, che non ha retto al vaglio dei giudici palmesi che hanno riqualificato il reato in intestazione fittizia semplice facendo cadere l’accusa di associazione mafiosa. Parisi, dopo più di due anni di reclusione, era stato scarcerato su dallo stesso Tribunale, che aveva accolto l’istanza presentata dal collegio difensivo, composto dagli avvocati Renato Vigna e Fabrizio Parisi.