Negli ultimi dieci anni si sono ampliate le differenze tra le aree del Paese per la ineguale qualità del servizio ferroviario e il Sud continua a soffrire i ritardi maggiori in termini di possibilità di spostamento nazionali e regionali, con meno treni, più lenti e vecchi. In Calabria si registra un calo del 25% dei degli spostamenti in treno, ma non è la pecora nera delle regioni italiane in quanto in Campania la diminuzione dei viaggi si attesta al 43.3%.

Lo evidenzia Legambiente nel rapporto Pendolaria 2022 dove si ricorda che «dal 2009 gli spostamenti nazionali in treno sono aumentati in totale di 46mila passeggeri al giorno, ma con grandi differenze: quelli sull'alta velocità sono cresciuti del 114%, mentre quelli sugli Intercity sono diminuiti del 47%, perché, se l'offerta dei primi è cresciuta, quella dei secondi si è ridotta. Per cui i territori fuori dalle tratte veloci hanno visto ridurre le possibilità di spostamento».

Tra le regioni sono aumentate le differenze: in alcune si registra addirittura un calo, come la Campania (-43,9%), che aveva toccato il picco di 467.000 viaggi nel 2011 a circa 262.000 nel 2019, il Molise (-11%, con al momento solo due coppie di treni al giorno sulla Termoli-Campobasso), l'Abruzzo (-19%), la Calabria (quasi -25%) e la Basilicata con un calo del 35%. Mentre sono aumentati in Lombardia, Alto Adige, Puglia, Toscana.

L'associazione ambientalista spiega che «dopo i tagli nei trasferimenti delle risorse dallo Stato alle regioni per il servizio di trasporto, in alcune regioni si è deciso di investire per non ridurre il servizio, mentre in altre è stato ridotto e gli investimenti rinviati». A causa delle limitazioni imposte dalla pandemia nel 2021 sono diminuiti i passeggeri dei treni Alta velocità e Intercity (fino a -40%) e regionali (-45%). L'anno scorso, tuttavia, sono arrivati 105 nuovi treni che si aggiungono ai 757 già immessi sulla rete ferroviaria.