Sbarco notturno sul molo di ponente, dove è allestito un hotspot con due tensostrutture riscaldate. I profughi viaggiavano su un'imbarcazione in legno precaria e sovraffollata
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Provengono da Nigeria, Ghana, Eritrea, Siria, Egitto, Pakistan Bangladesh e Pakistanì i 38 migranti soccorsi nelle acque del Mediterraneo dalla nave Louise Michel che li ha condotti nel porto di Reggio Calabria. Tra loro ci sono una donna e tre minori non accompagnati. Il primo sbarco nel porto reggino in questo 2025.
Attivata la macchina dell’accoglienza coordinata dalla prefettura. Seppure in piena notte, sul molo ad accogliere mediatori, operatori delle Ong e volontari del Coordinamento diocesano sbarchi della Croce Rossa, che ha in gestione l’hotspot del porto di Reggio Calabria.
Sul molo di Ponente del porto di Reggio, presidiato dalle forze dell’ordine, vi sono infatti due tensostrutture allestite da Prefettura e Comune per accogliere i migranti in un ambiente confortevole e riscaldato. Qui trascorreranno la notte e attenderanno le varie destinazioni. Anche domattina un gruppo di volontari andrà a portare un aiuto e un sorriso. La questura si occupa del fotosegnalamento e dell’identificazione, mentre alle visite mediche provvede il personale dell’Usmaf, ufficio di Sanità marittima, aerea e di frontiera.
«Barca di legno, rollio molto lento che indica scarsa stabilità, motore inaffidabile, sovraffollato, mancanza di carburante per raggiungere un porto sicuro, mancanza di cibo o acqua sull'attrezzatura per il salvataggio della barca, nessuna persona competente al comando della nave, nessuna attrezzatura di navigazione a bordo, ad alto rischio di ribaltamento». Queste le condizioni di assoluta precarietà in cui viaggiavano i migranti. Lo ha riferito l'equipaggio della Louise Michel. La nave di soccorso deve il suo nome a Louise Michel, la femminista e anarchica francese vissuta nell’800. È in mare a soccorrere dal 2020. Finanziata dallo street-artist e attivista Banksy, è lunga 31 metri e batte bandiera tedesca.