Il Consiglio comunale di Crotone faccia decadere la mozione contro il ddl Zan, approvata a inizio consiliatura. È la richiesta avanzata dai Sentinelli di Crotone, all’indomani della notizia dell’aggressione omofoba subita da un 15enne della città.

«Invitiamo il sindaco ad uscire dall’astensione e a schierarsi a favore di una legge giusta e necessaria perché – scrivono in una nota - non servono le prese di posizione personali fatte al di fuori del Consiglio ma servono quelle ufficiali, quelle che fanno realmente testo. Suggeriamo ai consiglieri ed agli assessori, che si sono adoperati nel distinguersi dalla presa di posizione della maggioranza, di riportare la discussione nell'assise cittadina perché in questo momento rappresentano una parte del popolo ed hanno il dovere, se non l’obbligo, di riportare la discussione sulla giusta strada, facendo cancellare l’ignobile mozione votata nel recente passato. Se non lo farete potrete esprimere tutta la solidarietà che vorrete, ma rimarrete correi di tale deriva culturale, di quella violenza che si nutre anche e soprattutto dell'ignavia politica».

I Sentinelli di Crotone esprimono, poi, la «massima solidarietà al giovane ragazzo aggredito ed a chiunque nella nostra città non si senta libero di esprimere se stesso e la propria libertà. Evidentemente il clima di odio che si è instillato nelle persone ormai ha preso il sopravvento, sentitosi legittimati dalle parole di odio di tanti esponenti politici e dal balbettio imbarazzato di chi non riesce a prendere posizione. Noi ci siamo e ci saremo sempre».

«Crediamo – concludono - sia giunto il momento di rappresentare in piazza come la pensiamo rivendicando, per l’ennesima volta, che la libertà di poter esprimere la propria sessualità, religione, cultura o qualsiasi altra cosa, non possa essere negata a nessuno e che la libertà di “pensiero” non può coincidere con la vessazione e la violenza. Quel cambio culturale che serve è nel ddl Zan: sostenere una legge necessaria a mettere un freno alla barbarie è l'unica via per non essere complici».