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«È noto che la mia posizione fosse totalmente diversa da quella di Marcello Dell’Utri». Torna a parlare Claudio Scajola, nel processo che lo vede imputato a Reggio Calabria, con l’accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena junior. L’ex ministro dell’Interno ieri ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee al Tribunale presieduto da Natina Pratticò.
Ed è proprio su un altro illustre ex latitante che si sono concentrate le attenzioni di Scajola. Il nome di Dell’Utri, infatti, è venuto fuori più volte durante l’udienza, tanto da portare l’ex inquilino del Viminale a chiarire: «Lo stesso pm l’anno scorso in udienza, rispondendo ad un teste – ha spiegato Scajola – ha affermato che “tutto si può dire ma non che Scajola fosse amico di Marcello Dell’Utri. Alla base di questa inchiesta vi sono articoli di giornale scandalistici, è noto infatti che la posizione di Dell’Utri era opposta alla mia. E che i circoli di Dell’Utri, di cui Pizzimbone era responsabile, erano circoli nati per contrastare la costruzione di Forza Italia e io all’epoca ero il coordinatore di FI. Quando li fecero ad Imperia rimasi dispiaciuto, non fu una cosa elegante. Mi fu chiesto di partecipare a questa prima assemblea e io feci una fugace presenza, c’è la foto. È chiara a mia posizione. Io ho un’altra visione della vita e della politica rispetto a Dell’Utri. La presenza di Pizzimbone nel 2008 riguarda una richiesta pressante di Dell’Utri affinché costui fosse messo in lista nelle elezioni politiche del 2008 ed è notorio che il sottoscritto non l’ha voluto», ha concluso l’ex Ministro dell’Interno, volendo rimarcare le distanze da un altro importante esponente della politica italiana.
Ma Scajola ha anche chiarito, dal suo punto di vista, gli interessi che lo legherebbero all’imprenditore Cesare Fera, molto attivo nel settore dell’eolico. Secondo il pm Giuseppe Lombardo, infatti, ci sarebbe un “centro d’interessi” fra Fera, Scajola e l’ex deputato del PdL Alberto Acierno, senza dimenticare proprio Amedeo Matacena. «Io non ho mai conosciuto Cesare Fera – ha ribadito in aula Scajola - . Nessuno mi ha mai parlato di Fera. Mia moglie, che è storica dell’arte, era la moglie di un ministro importante e che fosse madrina di tante cose era anche normale. Da ciò sostenere che c’era un rapporto con Fera, non si può».
Il processo è stato aggiornato al prossimo mercoledì con la testimonianza dell’ex segreteria del ministro, Roberta Sacco.