Sarebbe in cattive, cattivissime acque la Sacal, la società aeroportuale che gestisce gli scali di Lamezia, Crotone e Reggio Calabria. A fine maggio, rende noto l’ex consigliere comunale lametino Rosario Piccioni, la giunta regionale su proposta di Spirlì avrebbe avviato le procedure per un prestito di quattro milioni di euro per salvare la Sacal, in una gravissima situazione di mancanza di liquidità e di peggioramento della sua situazione debitoria.

«Una situazione - afferma Piccioni - che rischia di comprometterne la continuità aziendale e quindi l’accessibilità aerea diretta dell’intero territorio calabrese, con un evidente impatto negativo sulla mobilità locale. In pratica, nel silenzio della politica regionale, la Sacal rischia una crisi che potrebbe avere effetti drammatici per la nostra regione, sul piano infrastrutturale ed economico».

Duro l’affondo di Piccioni: «Su una questione strategica, come quella degli aeroporti, avrebbe meritato quantomeno una discussione in Consiglio regionale, un coinvolgimento della politica sulla crisi e sulle scelte per venirne fuori. Ma il presidente Spirlì, su questo come su tutti gli argomenti spinosi, non fa dirette facebook e “con l’acqua alla gola” lancia l’allarme sulla situazione finanziaria della società di gestione degli aeroporti guidata ormai da un anno da un uomo nominato proprio in quota Lega».

«Da quando è iniziata la gestione De Metrio un anno fa, sulla Sacal è calato il silenzio più totale. Salvo poche notizie “eclatanti”, come il faraonico stipendio da 250mila euro all'anno riconosciuto dall’assemblea dei soci al presidente De Metrio appena insediato. Al netto delle inevitabili difficoltà che tutti gli aeroporti italiani ed europei stanno affrontando a causa dell’emergenza Covid, dopo un anno non conosciamo un piano industriale, la visione dell’attuale management rispetto alla società, la posizione dell’attuale gestione sulle questioni strategiche come la necessità ormai oggettiva di rivedere la gestione unica dei tre aeroporti che fa acqua da tutte le parti e il progetto dell’aerostazione».

«Stiamo parlando di una società a netta maggioranza di capitale pubblico, con centinaia di dipendenti nei tre scali, dalle cui scelte dipende direttamente lo sviluppo della nostra regione. Visto che nei due giorni di Zambrone si è pensato bene di non parlarne, chiediamo oggi al presidente Spirlì al presidente De Metrio di conoscere lo stato dell’arte della società di gestione degli aeroporti calabresi. Se siamo sull’orlo della crisi, la politica calabrese tutta deve essere coinvolta e affrontare la questione, magari – incalza - mettendo da parte per un attimo i balletti di candidature in vista della campagna elettorale».

Piccioni chiede di fare il punto anche sull’aerostazione e il progetto fallito nonché sullo sfumato progetto multimodale Catanzaro Lido – Aeroporto anche questo stoppato dall’Europa. «I calabresi – conclude Piccioni - hanno il diritto di sapere se, per ritardi e inadempienze inaccettabili tanto dalle gestioni di centrosinistra quanto da quelle di centrodestra, rischia di sfumare definitivamente un progetto decisivo per fare dell’aeroporto di Lamezia un’infrastruttura fondamentale per l’Italia e per tutta l’area mediterranea».