Il Consiglio d'amministrazione della società che gestisce gli scali aeroportuali deve rispondere ai richiami dell’Ente per l’aviazione civile. Fuori dalla discussione resta l'ipotesi che il controllo torni in mani pubbliche
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Un cda interlocutorio per discutere di quanto accaduto negli ultimi giorni tra gli strali del governatore Occhiuto, la pec al vetriolo dell’Enac con minacce di commissariamento e l’annuncio di un esposto in Procura e la richiesta dei sindacati che, in sintesi, vogliono la testa del presidente De Metrio che, dopo quanto accaduto, non potrebbe più rappresentare la Regione.
È quanto emerge da indiscrezioni a poco dalla conclusione dell’incontro del consiglio di amministrazione che gestisce attualmente i tre scali calabresi. La notizia dell’offerta dei privati, Renato e Adele Caruso, di rimettere in ballo le loro quote affinché la parte pubblica possa riacquistarle, sarebbe stata bypassata in quanto questione da affrontare con l’assemblea dei soci e non le cda.
Nella missiva a firma della Lamezia Sviluppo, il socio privato rimarca che l’acquisizione delle quote non sottoscritte dai soci pubblici in sede di ricapitalizzazione, è stata a suo tempo l’unica via d’uscita che ha permesso di evitare la messa in liquidazione, con la salvaguardia dei livelli occupazionali e della continuità dei servizi aeroportuali.
Intanto, tra i lavoratori serpeggia nervosismo e non poca acredine. Il timore è che, come prospettato da alcuni sindacati, se non si faranno manovre mirate possa saltare tutto in aria, gli aeroporti diventino solo un ricordo e centinaia di lavoratori perdano il lavoro.
In questi giorni si sono fatti sentire in particolare gli stagionali, impiegati per cinque mesi l’anno anche da più di quindici anni e che nel tempo hanno visto sfumare un problema dietro un altro la loro possibile stabilizzazione.