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La Lombardia, “provincia della Calabria” secondo la geografia di conquista ‘ndranghetista, è ormai la terra promessa della nuova criminalità calabrese. Zona franca, “America” per la seconda generazione della ‘ndrangheta, “capace di sperimentare nuovi modelli criminali senza alterare gli equilibri con le strutture tradizionali in Calabria”. Lo ha dichiarato a ilfattoquotidiano.it il procuratore generale di Brescia, Pierluigi Dell’Osso. Questa la triste realtà che viene fuori dall’inchiesta “Aemilia” coordinata dalla Dda di Bologna e Catanzaro che ha portato all’arresto di 160 persone in 6 regioni italiane. Nel registro degli indagati sono finiti imprenditori, funzionari pubblici e politici tra cui il sindaco di Mantova Nicola Sodano, l’ex senatore Dc e consigliere di Finmeccanica Franco Bonferroni e l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo, scarcerato da poco dopo quasi tre mesi di detenzione nel carcere milanese di Opera per via del suo coinvolgimento nell’inchiesta sugli appalti dell’Expo 2015.
La ‘ndrangheta in Lombardia - A fare il punto sulla situazione della ‘ndrangheta al nord è il pentito Angelo Salvatore Cortese di Cutro, il paese del boss Grande Aracri che, come riportano le carte dell’inchiesta della Dda di Bologna, ha raccontato agli inquirenti come la provincia di Brescia e quella di Bergamo siano diventate “ l’America” della criminalità calabrese. “Persone che io conoscevo, che abitavano vicino a casa mia in Calabria – racconta Cortese ai magistrati – camminavano con camion con dei buchi di fianco, marci no…hanno fatto un salto di qualità che io son rimasto quando l’ho visto…mah, ha trovato l’America qua”.
Le dichiarazioni di Cortese - Cortese continua spiegando come dalla Calabria, uomini della ‘ndrangheta siano riusciti a fare fortuna in Lombardia e descrive il percorso dell’imprenditore di Crotone Giuseppe Giglio, arrestato nell’operazione “Aemilia”, “quando arrivò in Emilia Romagna – racconta Cortese- camminava con una coperta, una coperta sulle gambe, che il camion aveva un buco così, era un Daf, mi ricordo bene che era anche sequestrato. E iniziò la sua attività così. Iniziarono diciamo dal niente e adesso hanno creato un impero”. Secondo il pentito le ricchezze della ‘ndrangheta arriverebbero dal materiale per l’edilizia, comprato “ogni quindici venti giorni (…) con la Bmw X5 (…) con 80mila euro contanti addosso, a Brescia in una cava (…) dove aveva preso materiale in nero”. Nel 2010 la guardia di finanza sequestra alcuni camion della Giglio Srl, azienda specializzata nel movimento terrà che si occupava di trasportare i rifiuti illeciti in una cava bergamasca.
L’appalto per la tangenziale sud di Brescia - Uno degli affari su cui la ‘ndrangheta aveva messo le mani fu l’appalto per la tangenziale sud di Brescia. L’appalto per il trasporto terra fu vinto dalla Giglio Srl. Quando, però, la Dia di Milano allontanerà la Giglio Srl dal cantiere della Tangenziale Sud, questa verrà aiutata da un ispettore di polizia di Reggio Emilia, che lo informava sulle indagini in corso della Dda di Catanzaro, mettendosi “a disposizione (…) – scrive il gip – in un rapporto di assoluta simbiosi” con gli imprenditori calabresi.
Nuova geografia ‘ndranghetista - Tutto ciò non fa che rendere ancora più chiara quella che è la nuova geografia ‘ndranghetista. “Mentre la Lombardia è considerata, in gergo ‘ndranghetista, una Provincia della Calabria – scrive il gip di Bologna a proposito del racconto del collaboratore di giustizia Francesco Oliverio – in quanto capace di organizzarsi con almeno 25 locali, l’Emilia ad oggi non ha ancora raggiunto detto status”.
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