Il Codacons - Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori - intraprende una vera e proprio crociata per riportare le tariffe idriche alla legalità e lo fa con numeri alla mano.

 

I cittadini di Reggio Calabria «sono quelli ad aver pagato di più per le tariffe illegittime. Ben 16 milioni e 100mila euro» sottolinea Francesco Di Lieto, presidente nazionale Codacons.

 

A «Catanzaro, con 14 milioni e 600mila euro, seguono Lamezia Terme con 8,6 milioni, Cosenza con 6,9 milioni, Crotone 6,3 milioni, Vibo Valentia 4,1 milioni, Rende 4 milioni… e così via, Gioia Tauro 3,3 milioni, Cirò Marina 2,7 milioni, Sellia Marina 0,8 milioni, Botricello 0,8 milioni, Sersale 0,45 milioni, Acri 0,3 milioni, Amantea 1,4 milioni, Paola 1,35 milioni», prosegue Lieto.

 

«Certo che dopo il nostro accorato appello al Dottor Gratteri, affinché intervenga per riportare la legalità tariffaria in Calabria - sostiene Francesco Di Lieto -, l’assordante silenzio da parte di Sorical e, soprattutto, della Regione Calabria è apparso qualcosa di molto simile ad una conferma delle nostre denunce».

 

«Per questo motivo continueremo ad informare i Cittadini di quanto sono stati alleggeriti i loro portafogli con delle vere e proprie “tangenti” nelle bollette dell’acqua. Vista l’assoluta indifferenza della politica calabrese, abbiamo chiesto alla Procura di liberarci dall’odiosa “tangente” contenuta nelle bollette dell’acqua».

 

«I comuni Calabresi impongono ai cittadini somme determinate in maniera illegittima - prosegue Di Lieto - tanto perché nonostante la competenza per determinare gli aumenti sia dello Stato, in Calabria gli aumenti sono stati decisi con atti della Regione o direttamente da Sorical».

 

Per il Codacons «una illegittimità sottolineata dalla Corte Costituzionale, dalla Corte dei Conti e, addirittura, dal Comitato di Consulenza Giuridica della Giunta Regionale, che ha sollecitato la Regione al ripristino della legalità tariffaria stabilendo che SoRiCal deve operare dei conguagli in favore dei Comuni calabresi per quanto versato in più rispetto alle tariffe legali».

 

«Si tratta di una vera e propria truffa, perpetrata nel silenzio generale e con complicità diffuse - incalza Di Lieto - che ha portato i calabresi a pagare tariffe maggiorate per 190 milioni di euro».

 

«Confidiamo che i sindaci calabresi vogliano leggere la sentenza nr. 246/2009 della Corte Costituzionale - conclude la nota del Codacons - e quindi decidano di agire a tutela dei propri Cittadini».

 

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