VIDEO | Maria Bonaddio, 'avvocato difensore dell’operatore Sacal scagionato, punta il dito contro le contraddizioni di un sistema che “punisce” anche chi viene riconosciuto innocente
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Maria Bonaddio, avvocato difensore di Massimo Motta recentemente assolto dopo essere stato coinvolto nell’estate 2013 nell’operazione “Stive Pulite” che portò all’arresto di 86 indagati in diversi aeroporti italiani impiegati nel ramo della movimentazione bagagli, ha illustrato, durante l’intervista a Prima della notizia, la spiacevole situazione che sta vivendo il quarantenne di Nocera Terinese.
«Il mio assistito – spiega l’avvocato - è stato assolto dopo 8 anni perché il fatto non sussiste. La lungaggine eccessiva di questo processo rispecchia a pieno i tempi della giustizia italiana».
«Il mio assistito – continua la Bonaddio - fu anche licenziato, fece ricorso davanti al giudice del lavoro che dichiaro illegittimo il motivo del licenziamento ma allo stesso tempo venne risolto il contratto. Purtroppo la motivazione è stata anche che il processo penale si sarebbe protratto per parecchio tempo e, quindi, quella sospensione iniziale dal servizio non poteva essere prorogata ulteriormente da parte della Sacal. Tramite i sindacati si è cercato di trovare una soluzione ma ci fu il problema che l’Enac, al mio assistito e agli altri lavoratori interessati, aveva ritirato il tesserino, quindi, venendo meno il documento, la Sacal non poteva riammetterli a lavorare perché mancava un presupposto base. Per ciò avvierò un dialogo con Enac e Sacal, sperando di avere un riscontro».
«Una giustizia che arriva tardi non può rimanere irrisolta». Così conclude l’avvocato Maria Bonaddio.