Perché la “notte” si possa “illuminare di senso”. Ecco quanto pubblicato stamattina dal Miocomune.it: «Un giovane di Cosenza di 23 anni, figlio di un professionista della città dei Bruzi, è morto in ospedale all'Annunziata questa mattina in seguito ad una rissa avvenuta in strada nella notte, intorno alle 4, pare nei pressi della statua di Padre Pio a Diamante. Il giovane era stato ricoverato dopo aver avuto una discussione con altri giovani, mentre si trovava in strada insieme ad altri amici e, a quanto pare dopo un'acceso diverbio fra coetanei”. Io, don Eugenio e don Lillino, parroci di Diamante e Cirella, mentre esprimiamo vicinanza alla famiglia della vittima ed al giovane ferito ed ai suoi cari, nello stesso tempo presentiamo a tutta la città di Diamante, dalle autorità civili a quelle militari, alle Associazioni presenti sul territorio, ai cittadini e a tutti gli ospiti estivi, la nostra riflessione su quanto accaduto.

 

Vogliamo così suscitare nell’opinione pubblica una reazione motivata, composta e forte. Quanto accaduto non può rimanere senza eco e senza iniziative educative per la nostra comunità. Desideriamo muoverci affinché essa, mentre denuncia ogni atto di violenza e di disordine, pensi seriamente a darsi delle regole di convivenza e di sereno rispetto, soprattutto nel periodo estivo, dove la popolazione cresce in modo esponenziale. Nei dialoghi amicali o di sfogo ci si lamenta per le “notti impossibili”, per i disturbi della musica oltre i decibar consentiti, per gli schiamazzi fino all’alba, per l’abuso di alcool e l’uso sistematico di sostanze stupefacenti. Non può bastare il “lamentarsi”. E’ necessario prendere coscienza di una situazione di “malessere” che, ahimè, porta a “risse” e al serio rischio che qualcuno ci possa rimettere la vita, com’è successo la scorsa notte. Su quanto scritto non serve che chi legge metta “mi piace” oppure “non mi piace”.

Vorremmo delle riflessioni profonde e delle indicazioni operative serie e responsabili. Noi partiamo dalla preghiera rivolta col cuore al Signore, e dall’invito ai genitori e alle autorità di vegliare sui propri figli, che spesso diventano “vittime” di una “movida” senz’anima. Speriamo di proporre, a breve, una veglia di preghiera in chiesa e una manifestazione esterna, tipo fiaccolata o altro, sui luoghi delle “notti” imprevedibili, perché la “notte si possa illuminare di senso”».