Il clan della Sibaritide aveva rapporti con il gruppo pugliese il quale avrebbe nascosto il punto di riferimento degli “zingari” di Cassano Ionio al fine di sfuggire al blitz del 2023. Nel mirino anche un uomo di San Lorenzo del Vallo
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L'operazione della Dda di Catanzaro contro il clan Abbruzzese di Cassano Ionio è la prosecuzione dell'inchiesta Athena. Un secondo filone investigativo nato a seguito della latitanza di Leonardo "Nino" Abbruzzese, oggi al 41bis, ritenuto dal pubblico ministero antimafia Alessandro Riello, uno dei presunti capi dell'associazione mafiosa che oggi prevede, a dire dell'accusa, anche la presenza dei Forastefano estranei agli arresti. Undici i cosentini e quattro i baresi raggiunti dall'ordinanza cautelare firmata dal gip distrettuale di Catanzaro.
Gli Abbruzzese rimangono in numero superiore capaci di tessere una tela criminale anche lontano dai confini regionali. Ed è qui che si inseriscono i nuovi temi d'indagine, secondo cui Leonardo "Nino" Abbruzzese sarebbe stato nascosto dai Lovreglio, gruppo criminale pugliese, finito nel blitz antimafia di oggi ma in realtà già emerso nell’operazione Athena.
Il trasferimento di Leonardo "Nino" Abbruzzese da Spezzano Albanese in Puglia sarebbe avvenuto tramite una finta chiamata di soccorso studiata nei minimi dettagli. In quel momento, il principale indagato dell'operazione odierna si trovava a Spezzano Albanese. A sostegno del presunto boss una rete di fiancheggiatori, anche nel mondo sanitario, che hanno permesso il suo approdo nella vicina Puglia.
Nel blitz tuttavia sono finiti anche i parenti di Leonardo "Nino" Abbruzzese. In manette uno dei cognati, che di cognome fa sempre Abbruzzese, raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Gli investigatori hanno anche acceso i riflettori su Gennaro Presta, originario di San Lorenzo del Vallo, solo omonimo del più noto criminale cosentino, legato al clan degli "zingari" di via Popilia.
Anche sul narcotraffico l'inchiesta della Dda di Catanzaro svela i nuovi affari degli Abbruzzese, i quali controllerebbero le piazze di spaccio di Spezzano Albanese e Terranova da Sibari, oggetto d'indagine nel procedimento penale denominato "Valle dell'Esaro", giunto al processo di secondo grado.