Gli amministratori locali chiamati a fronteggiare una stagione difficile: «Serve organizzarsi senza allarmismi»
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La disponibilità manifestata da alcuni comuni della Locride ad accogliere gli ultimi migranti soccorsi sulle coste della fascia ionica ha alleggerito la pressione sulla tensostruttura allestita per la prima accoglienza al porto di Roccella Jonica, all’interno della quale nei giorni scorsi sono stati accolti oltre 1.000 profughi soccorsi in mare aperto. A rispondere all’appello del Prefetto sono stati i comuni di Siderno, Ardore, Caulonia e Stilo, mettendo a disposizione alcuni edifici. Nel corso di un incontro al Comune di Siderno Il Prefetto di Reggio Massimo Mariani ha fatto capire ai sindaci che se questa situazione viene gestita in sinergia e con la volontà e la disponibilità di tutti, si può affrontare e in qualche modo risolvere. Se invece questa disponibilità non c'è, bisogna comunque trovare una sistemazione per queste persone.
«La stagione si preannuncia impegnativa per quanto riguarda i flussi migratori – ha espresso il prefetto Mariani a margine del vertice con gli amministratori locali – e dovremo abituarci all’idea che dovremo affrontare giorni difficili. È nell’interesse di tutti essere pronti in caso di necessità. Lo scorso anno abbiamo avuto un aumento esponenziale degli arrivi, si tratta solo di organizzarsi senza allarmismi. Per me non si tratta di emergenza – ha rimarcato Mariani - perché quelle capitano all’improvviso. Invece situazioni di questo tipo si ripeteranno. Non me lo auguro, ma dobbiamo attrezzarci per questo e il Comune di Roccella da solo non può farcela».
A differenza di Lampedusa il centro rivierasco della Locride non è considerato un hotspot, e la prima accoglienza è gestita direttamente dall'amministrazione comunale. «Questo rappresenta una indiscussa circostanza che deve far riflettere - ha affermato l'assessore comunale Domenico Cartolano nel corso di "Dentro la Notizia" - Ci sono dei costi che vengono anticipati dal Comune e su questo fronte c’è stata sensibilità della Prefettura, che sta valutando di cambiare metodologia».
Intanto la tensostruttura allestita nell'area portuale roccellese e gestita dai volontari della Croce Rossa si sta pian piano svuotando. Diversi i non richiedenti asilo che, una volta ottenuto il foglio di via della Questura, hanno sette giorni di tempo per lasciare l'Italia. «Ognuno di loro ci racconta una storia - ha spiegato Concetta Gioffrè, presidente della Croce Rossa della Locride - Abbiamo vissuto il dramma dei minori non accompagnati, figli inviati dalle loro famiglie in cerca di un futuro migliore. Siamo anche noi genitori e sono storie umanamente terribili. Si è creata una catena di solidarietà tra volontari e forze dell'ordine bellissima. Siamo ormai preparati a capire anche chi abbiamo di fronte. Ho visto negli occhi gente che ha sofferto non solo nell'anima ma anche nel corpo».