Portati via farmaci, cibo e vestiti. A soqquadro le pedane già pronte per il prossimo viaggio verso Leopoli. Indagini in corso da parte della polizia per accertare le responsabilità di quanto avvenuto nel deposito allestito al Centro direzionale reggino (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Hanno portato via medicinali, generi alimentari, omogeneizzati, pannolini, vestiti. Un gesto che ci mortifica. Speriamo che la polizia faccia luce sulle responsabilità. Noi continuiamo a lavorare perché c'è ancora tanto bisogno». Commenta così Irina Dubka, dopo la mattinata trascorsa in questura per sporgere denuncia contro ignoti a seguito dell'irruzione nel centro di raccolta di beni di prima necessità destinati all'Ucraina, allestito al Cedir a Reggio Calabria, di cui è responsabile.
Inviamo beni lì ma aiutiamo anche chi si rifugia qui
«Non sappiamo chi abbia forzato la porta e strappato l'involucro delle pedane già pronte per essere inviate con il prossimo carico diretto a Leopoli, mettendo tutto a soqquadro. Se lo hanno fatto per bisogno, avrebbero potuto chiedere, avremmo aiutato anche loro. Siamo impegnati dall'inizio del conflitto per raccogliere e inviare, con carichi settimanali, beni di prima necessità a chi è in Ucraina sotto le bombe. Inoltre, da alcune settimane, qui riceviamo ogni giorno, anche famiglie ucraine rifugiate nel reggino che spesso hanno bisogno di tutto. Dunque continuiamo ad inviare lì ma prestiamo anche assistenza a connazionali che adesso sono rifugiati qui», continua Irina Dubka, responsabile del punto di raccolta trasferito al Centro direzionale, in stretta collaborazione con l'amministrazione comunale reggina, e che prima era allestito presso la chiesa ortodossa San Paolo dei Greci.
Centro chiuso solo quel pomeriggio
«Sono venuti nell'unico lasso di tempo - sottolinea Irina Dubka - in cui il centro era chiuso. Siamo sempre qui dal lunedì alla domenica dalle 8 alle 20. Ci eravamo concessi una pausa per partecipare alla tappa reggina della staffetta di solidarietà promossa dal Coni ed eravamo andati alla manifestazione a piazza Italia, nel pomeriggio di sabato scorso. Mentre ci trovavamo lì, è arrivata una segnalazione di movimenti strani, con persone che caricavano una macchina che potrebbe aver fatto più di un viaggio per ritornare a prendere altri beni. Abbiamo lasciato subito la piazza e ci siamo precipitati al centro ma quando siamo arrivati abbiamo trovato delle scatole fuori che forse avevano fatto in tempo a caricare. Abbiamo chiamato la polizia per i rilievi e adesso attendiamo gli esiti delle indagini. Intanto abbiamo già rimesso in ordine, perché la guerra non è finita e il bisogno aumenta», conclude Irina Dubka.