Il dibattimento che vedra coinvolti gli imputati dell'inchiesta Reset che ha colpito la 'ndrangheta del capoluogo bruzio si svolgerà nell'aula bunker. Due mesi e mezzo pieni, quelli che attendono magistrati e avvocati affinché termini entro il 31 agosto 2023
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il 9 giugno prossimo, ore 9.30, inizierà l'udienza preliminare dell'inchiesta "Reset", la maxi indagine della Dda di Catanzaro contro le cosche di 'ndrangheta di Cosenza e dintorni. Inizialmente si pensava che l'aula bunker di Lamezia Terme, in concomitanza con i processi "Rinascita Scott" e "Petrolmafie", non potesse ospitare le oltre 400 persone che parteciperanno alle sedute processuali, poi la Corte d'Appello di Catanzaro ha trovato la "quadra".
Sono 245 infatti gli imputati che rischiano il processo, tutti presenti nella richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pubblici ministeri Corrado Cubbellotti e Vito Valerio, firmata anche dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal procuratore capo Nicola Gratteri.
Saranno dunque due mesi e mezzo pieni, quelli che attendono magistrati e avvocati affinché l'udienza preliminare termini entro il 31 agosto 2023, giorno in cui scadranno i termini di custodia cautelare. A presiedere l'udienza preliminare sarà il giudice Fabiana Giacchetti, fresca di nomina, che avrà il compito di valutare le eccezioni difensive nonché il castello accusatorio della Dda di Catanzaro in ordine soprattutto alla contestazione di associazione mafiosa riconducibile a una presunta confederazione capeggiata, a dire dei pm, dal boss di Cosenza Francesco Patitucci.
Oggi la funzione del gup è molto diversa rispetto a prima, in quanto la riforma Cartabia ha mutato l'udienza preliminare, evidenziando come il rinvio a giudizio debba essere deciso sulla base di una ragionevole previsione di condanna dell'imputato. Le parti offese individuate dalla Dda di Catanzaro sono 135, compresi i comuni di Cosenza, Rende e Roggiano Gravina. Omissati infine i capi d'imputazione dell'omicidio di Giuseppe Ruffolo, precedentemente contestati al neo pentito Roberto Porcaro.