Il corpo di Sajad è stato recuperato ieri. La sorella ha cercato il congiunto prima in ospedale, poi al PalaMilone, infine ogni giorno sulla spiaggia e in mare. Non ha mai smesso di denunciare la necessità di continuare le ricerche (ASCOLTA L'AUDIO)
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È l'81esima vittima recuperata della strage di migranti Cutro. È il corpo di Sajad, che è stato possibile riconoscere solo attraverso i vestiti che aveva addosso. All'indomani del drammatico naufragio la sorella si era precipitata a Crotone alla ricerca del fratello. A raccontare la sua storia è l'associazione Mem.Med con un post su facebook. «Da quando è giunta a Crotone, distante quasi 40 chilometri dalla spiaggia di Steccato, non ha mai smesso di esprimere la sua volontà di recarsi in spiaggia per poter raggiungere il luogo dove l'ultima volta suo fratello era vivo, per poterlo cercare».
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Zahara al suo arrivo ha cercato il fratello in ospedale, sperava fosse tra i sopravvissuti. È stata al PalaMilone, davanti a quelle bare alla ricerca del fratello. Non c'era neppure lì. Allora, ogni giorno è andata sulla spiaggia di Steccato per osservare le operazioni di ricerca dei sommozzatori della Guardia costiera.
Ha pianto, ha gridato, ha denunciato la necessità di continuare le ricerche. Ha denunciato anche durante la manifestazione di Cutro che ha visto la partecipazione di oltre 5mila persone. Ha lottato. Per riavere almeno il corpo del congiunto.
Fino a ieri. «Il giorno più drammatico della sua esistenza e paradossalmente l'inizio di un sollievo nel petto, di sapere che il corpo Sajad ha fatto ritorno, restituito dal mare» - scrive l'associazione Med.Med.
«Sì, perché è questo il macigno più grande che sentiamo spingerci addosso quando oltre la morte, di peggiore c'è la sua negazione.
L'esigenza di dare sepoltura al corpo non rappresenta solo un atto di conferimento di dignità alla persona deceduta ma restituisce ai familiari la presenza materiale indispensabile ad elaborare il lutto e la perdita.
Il ritrovamento di una persona scomparsa non alleggerisce il macigno della mancanza ma restituisce la pace di saperlo a casa». Ora Zahara può tornare a casa.