Non c'è più Antonello Venditti che gira a nastro nello stereo e canta che la matematica non sarà mai il suo mestiere. Non c'è più nemmeno lo stereo, ma Spotify, con una playlist già pronta di pezzi rap sfumati di autotune. I tempi cambiano, ma l'ansia corre nelle vene con la stessa velocità elettrica di sempre. Tra qualche ora un esercito di diplomandi si cimenterà con la prima vera prova della vita: l'esame di maturità. Chi ha già affrontato quel momento in passato ne ha un ricordo oggi tinto da un misto di nostalgia e tenerezza.

Il rettore Nicola Leone: «Studiai tutta la notte»

«Ero molto teso e ho vissuto quelle ore con grande ansia - ci racconta il Rettore dell'Università della Calabria Nicola Leone, che si diplomò al liceo Scientifico Sperimentale di Diamante -. Nutrivo il timore di non aver studiato abbastanza e quindi di sbagliare. Finii per trascorrere sui libri la nottata intera. Ero tranquillo e sicuro di me solo per quanto riguardava la Matematica, ma ero impaurito dagli esami orali; temevo di non ricordare nulla di quello che avevo imparato».

L'astrofisica Sandra Savaglio: «Un'ansia incredibile»

«Della notte prima degli esami non ricordo nulla - racconta l'astrofisica Sandra Savaglio - invece è ancora viva la sensazione di ansia e paura che accompagnò la mattina seguente. Per gli orali avevo scelto Fisica e Filosofia, due materie che amavo molto. Decisi poi di presentare anche una terza materia: geografia astronomica. Fu il mio professore dello Scorza a farmi appassionare a quei temi. Correva l'anno 1986 e solo pochi mesi prima era accaduto l'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl, proprio mentre ci trovavamo in gita a Parigi. Tornando a quel giorno, quello dei miei esami, non facevo che ripetermi: "Perché devo soffrire così, perché sento questa grande paura?". Ero preparata e nonostante questo non riuscivo a calmare l'ansia. Alla fine andò tutto bene».

L'attore Pasquale Anselmo: «Andai con la cartuccera»

«Ricordo che all'epoca c'era sempre qualcuno che diffondeva, la sera prima, soffiate sui temi che sarebbero usciti» racconta l'attore e celebre doppiatore Pasquale Anselmo. «La notte prima degli esami la passai quindi a preparare una "cartuccera" con tutti i temi piegati a fisarmonica e incastrati nella cinta dei pantaloni. Delle tre tracce non ne uscì neanche una, naturalmente. Intorno si respirava un'atmosfera molto carbonara, come se fosse tutto una grande avventura. E lo era. La prova che temevo di più era il compito di Matematica. All'epoca studiavo al liceo Scientifico Scorza, e ricordo che a un certo punto della prova, qualcuno lanciò un sasso verso la nostra finestra, che era al secondo piano, a cui era legato un foglietto con la soluzione dei quesiti. Fu epico. Scoprimmo che un compagno era andato in bagno mettendo in tasca un foglio con tutte le domande e i problemi, facendolo poi cadere al piano di sotto dove se ne stavano pronti amici e parenti». Anselmo sorride. «Quelli del liceo furono anni memorabili. Proprio a scuola cominciai a fare teatro con la professoressa Elisabetta Lo Feudo, la ricordo ancora benissimo; mettemmo in scena un Goldoni in dialetto calabrese, e poi restaurammo anche l'aula magna dello Scorza, che era prima un deposito di immondizia. È una fortuna non aver preso la malaria là dentro. Ci sono ancora quattro o cinque amici con cui sono ancora in contatto. Il mio compagno di banco, Aldo Trecroci, adesso diventato proprio il preside dello Scorza. Confesso che il giorno degli esami copiai da lui tutto il compito di matematica!»

La deputata Anna Laura Orrico: «Mai stata più serena»

La deputata Anna Laura Orrico non si fece vincere dall'ansia. «A dire il vero - racconta - per me, la tanto temuta notte prima degli esami, trascorse abbastanza serenamente. Con enorme sorpresa, anche mia! Probabilmente ero consapevole di avere dato tutto quello che potevo, e che avevo, nelle settimane prima e nell'ultimo anno. All'epoca non c'erano mica le chat di gruppo, quindi dopo aver sentito al telefono (rigorosamente quello di casa) la mia amica e compagna di banco fin dalle scuole medie affrontai il letto con una certa serenità. La mattina dopo, però, mi svegliai prestissimo. Ero abbastanza carica, ed anche un po' più ansiosa. Andò bene. Che gioia. Si aprivano le porte di un nuovo mondo».