L’elezione del presidente della Commissione di Vigilanza, andata a Morrone, ha scatenato una lotta senza quartiere tra i consiglieri regionali, con Nicolò, Graziano, Salerno e lo stesso Morrone che hanno chiesto l’espulsione di Tallini, dopo le accuse di “inciucio” con il centrosinistra. Né la Santelli, né i suoi vice (seppure Occhiuto ha fatto gli auguri a Morrone), sono intervenuti sulla vicenda.
A farlo è stato Mimmo Tallini per rilanciare la polemica. «Non vi è alcun dubbio che all'interno della minoranza in consiglio regionale esistono due visioni diverse – dice Tallini - una che sostiene l’esigenza di un’opposizione netta, senza sconti, ad una maggioranza che numericamente è più che autosufficiente e ad un governatore che meriterebbe il "tapiro d'oro" per la sua inadeguatezza».  
Ma, per Tallini, esisterebbe un'altra opposizione che «oserei dire "verdiniana", presente nella minoranza predica ed attua, al contrario, un’opposizione soft, che non disturbi più di tanto il manovratore, al quale, se occorre, si tende una mano in situazioni di difficoltà».
«La vicenda del referendum sullo Statuto – denuncia il consigliere regionale – prima promosso e poi sabotato, la dice tutta. Ma forse occorrerebbe anche ricordare un provvidenziale certificato medico che ha consentito ad Oliverio di rinviare la seduta d'insediamento, per lui piena di insidie, del consiglio regionale».
Sull’elezione di Morrone, Tallini specifica come:
«il nome è stato, nei fatti, "imposto" da Oliverio, mentre doveva scaturire dai gruppi di opposizione attraverso un libero confronto. E’ il "metodo Oliverio" che io ho contestato e le mie parole dure, ma mai offensive sul piano personale, sono state dirette in maniera inequivocabile al governatore». «Su questi presupposti – dice ancora l'esponente politico – si basa la richiesta della mia espulsione da Forza Italia che non mi trova affatto impreparato. Nonostante queste manovre – conclude Tallini – il partito regionale, di concerto con quello nazionale, ha inteso affidarmi il coordinamento provinciale di Catanzaro con motivazioni che mi riempiono di orgoglio. Dunque, ben venga l'operato dei probiviri che potranno accertare, attraverso l'esame dell'attività svolta in consiglio regionale, chi veramente meriterebbe l'espulsione dal partito per aver remato contro gli interessi di Forza Italia».
Sempre nella giornata di ieri, infine, è arrivato un  prestigioso incarico nazionale per il capogruppo Nicolò. Il coordinatore degli Enti locali, Marcello Fiori, su input del presidente Berlusconi, lo ha nominato responsabile delle politiche per le Aree Metropolitane del movimento azzurro.


Riccardo Tripepi