Guarascio pare stia prendendo in seria considerazione il fatto di chiedere al suo amico Gravina, presidente della Lega Pro, di non giocare più le partite casalinghe al Marulla. Una strategia che consentirebbe al presidente del Cosenza di centrare due obiettivi: arrampicarsi fino alla zona playoff, senza passare dall'indispensabile mercato di gennaio. Perché il successo di martedì sull'Akragas (a proposito di campionato tarocco: la squadra agrigentina continua a giocare le partite casalinghe a Siracusa, motivo per il quale si rafforza il pensiero di Guarascio di giocare sempre in trasferta...) rilancia i rossoblu quanto meno in classifica. Vincere uno scontro diretto, perché, facili illusioni a parte, è di questo che si tratta, vale sempre il doppio: dà morale e soprattutto consente di abbandonare la sempre più pericolosa e paludosa zona playout. In dodici partite è la terza volta che il Cosenza lascia il terreno di gioco con una vittoria, evidentemente la continuità non appartiene a questa squadra. Se proprio di continuità si vuole parlare, si è vista esclusivamente in negativo considerate le sei sconfitte e i tre pareggi. A non creare facili illusioni ci ha pensato Braglia, il quale con il bagaglio di esperienza che si porta dietro sa bene che il pericolo rimane in agguato: si è vinto soltanto una partita e il percorso di crescita rimane lungo.

 

Non c'è fine partita in cui non arrivi una bacchettata da parte del toscanaccio: martedì pomeriggio ha puntato l'indice contro chi è subentrato a partita in corsa. Giusto per mettere le cose in chiaro. E per ribadire, indirettamente, che al di là de sarcasmo su Guarascio questa è una squadra che a gennaio va in parte rifondata. Perché il progetto, a oggi, è quello di lottare per la salvezza e la mentalità di questo gruppo non fa pendant con un obiettivo non previsto. Per dirla tutta, le qualità tecniche di questo Cosenza non sono assolutamente in linea con le ambizioni estive: un conto è una festa in piazza, un altro dimostrare sul campo ai propri tifosi di essere in grado di rispettare le promesse.

 

Primo sorriso per Dionigi sulla panchina del Catanzaro

L'ex bomber della Reggina ha impiegato cinque partite per vincerne una, dopo due sconfitte e altrettanti pareggi. Il successo sul Monopoli è di quelli pesanti, perché contro una delle rivelazioni del campionato: Tangorra viaggia costantemente nella parte alta della classifica e nonostante la battuta d'arresto al Ceravolo, ha comunque costretto i giallorossi a una difesa a oltranza. Tre punti strappati con il coltello fra i denti, ed è questa la strada da seguire per centrare l'obiettivo prefissato dalla nuova proprietà. Senza dimenticare le origini della stagione in corso: il terremoto societario con il passaggio dalla famiglia Cosentino all'imprenditore Floriano Noto, lo scossone tecnico con l'esonero di Erra. Tutto nuovo, tutto rifatto. E tanti consiglieri pronti a indirizzare le scelte sul nuovo percorso intrapreso dal club, con il rischio concreto che troppe parole portano tanta confusione.

Crolla il Rende

E ci sta, perché di fronte aveva il Trapani squadra che spessore tecnico e di squadra rimane candidata alla promozione diretta assieme a Lecce e Catania. Quattro gol in una sola partita, la squadra di Trocini non li aveva mai subiti; anzi, a conferma della solidità difensiva dei biancorossi, proprio quattro gol li aveva incassati nelle precedenti sette partite. Evidentemente non è semplice reggere all'urto delle due partite in pochi giorni: tanti giovani in organico e di conseguenza due assenze come quelle di Ricciardo e Franco in occasioni del genere pesano maledettamente. Non è da Trapani che dovevano arrivare i punti salvezza, ma una posizione di classifica decisamente tranquilla dà la possibilità al gruppo di riprendere il proprio cammino senza particolari pressioni. L'obiettivo del club di Coscarella è la salvezza, da raggiungere il prima possibile nonostante sulla testa del club pesa e non poco il recente deferimento per la questione della prima fideiussione presentata all'atto dell'iscrizione al campionato e non ritenuta idonea dagli organi competenti.

 

Il blasone è diverso, d'accordo ma il campionato della Reggina è molto simile a quello del Rende: tanti giovani, zero spese folli ma l'obiettivo di mantenere la categoria. E di questi tempi, visto quello che accade in giro per l'Italia è veramente tanto. Maurizi sta facendo un ottimo lavoro, la squadra lo segue ed è chiaro che le ambizioni crescono partita dopo partita: martedì sera al Granillo il Siracusa ha interrotto una serie positiva che durava da quattro partite (due vittorie e due pareggi) ma non è un dramma perché i giovani amaranto già in precedenza hanno dimostrato di sapersi rialzare dopo una caduta.