La vicenda dei 100 mila euro spesi dalla Regione Calabria per la partecipazione al festival di Spoleto, con tanto di succulenta cena costata ai calabresi quasi 20 mila euro, circostanza della quale questa testata ha dato puntualmente conto, ha suscitato polemiche anche negli ambienti politici. Per fronteggiare tali polemiche, il dipartimento regionale del turismo calabrese ha ritenuto di spiegare tale scelta. Scrive il Dipartimento del Turismo: «è da precisare che la cena a cui polemicamente si è fatto riferimento è stata una iniziativa di indiscusso successo ed una forma assai efficace di promozione dei prodotti tipici locali. La degustazione delle eccellenze enogastronomiche, (...) è stata oggetto di forte attrazione e interesse per una vasta e qualificata platea di giornalisti, opinion leader, esperti del mondo della comunicazione e dello spettacolo, rappresentanti della intellettualità italiana».

 

Come si potrebbe definire una posizione del genere? Una pezza peggio del buco? C’è da ritenere di si. La vicenda ci da la possibilità di ritornare su di una vecchia questione che riguarda la politica della spesa per promuovere turisticamente la Calabria. Il settore del comunicazione turistica in Regione viene considerato una sorta di bancomat per alimentare potenti lobby di comunicazione. Nel caso della vicenda di Spoleto, si tratta di Hdrà, potente società di comunicazione che promuove le interviste di Mieli nell’ambito del Festival di Spoleto.


Nella filosofia della promozione del Festival dei due mondi di Spoleto si sfiora il grottesco. Secondo la logica del dipartimento del Turismo targato Oliverio, infatti, basterebbe far assaggiare un po’ di nduja a qualche blogger, una buona porzione di cipolla di Tropea a qualche giornalista di levatura nazionale, fare assaporare del buon olio di oliva calabrese a qualche attore, somministrare un buon bicchiere di Cirò a qualche intellettuale, e il dado è tratto. Il mercato del Turismo nazionale potrebbe aprirsi per la Calabria. Siamo su scherzi a parte penserete voi? Niente affatto. È la logica della Regione bellezza! Sia chiaro, tutto legittimo, amministrativamente parlando. Eticamente, invece, si potrebbe definire semplicemente vergognoso, giusto a voler essere garbati. Ma ritorniamo al bancomat regionale sulla promozione turistica. Nel corso degli anni abbiamo visto di tutto. Nessuna differenza tra destra e sinistra. Milioni di euro regalati a potenti società di comunicazione che, di volta in volta, ci hanno propinato campagne fatte di provocazioni, retorica, paradossi e ovvietà. Da Toscani, di adamiana memoria, passando per la mano sul cuore di Gattuso targata Loiero, ai Bronzi che ballano di Peppe Scopelliti. Attrazione turistica? Zero. Musica? Tanta. O meglio la solita: quella del tintinnio del denaro. Milioni di euro che hanno ballato, questo si, facendo le fortune di agenzie pubblicitarie di mezza Italia. Spoleto e la cena di promozione con tanto di intervista ad Oliverio firmata Paolo Mieli, effettivamente ci mancava.

 

Ma non è finita qua. Un anno fa, in un editoriale, vi avevamo parlato di una gara da 10 milioni di euro per promuovere la Calabria sulle tratte internazionali delle compagnie aeree. 10 milioni divisi in tre tranche. La campagna sostanzialmente consisteva nella collocazione di qualche foto di alcuni dei luoghi più belli della regione sulle cappelliere dei velivoli e negli spazi aeroportuali delle compagnie che si sarebbero aggiudicati i lotti. Alla gara potevano partecipare solo agenzie legate e certificate dalla compagnie aeree. Già questo la diceva lunga in tema di turbativa. Ma per burocrazia calabrese (quando vuole) non ci sono confini che non si possono oltrepassare. L’aggiudicazione era prevista sotto ferragosto, il periodo migliore per passare inosservati. Ma 10 milioni sono un malloppo troppo consistente per essere messo in ombra dagli ombrelloni estivi. Così la gara produsse un conflitto amministrativo tra i partecipanti. Le compagnie aeree e le agenzie connesse si sono scontrate a colpi di ricorsi al Tar. Risultato: tutto fermo per un anno. Allo stato questa la situazione: il primo lotto è stato aggiudicato ad Alitalia (3 milioni 180mila euro); il secondo a Publifast e Dekmatis (2 milioni e 130mila euro); il quarto lotto a Primaidea e Gruppo Moccia (1 milione 883mila euro). Resta da aggiudicare il terzo lotto, sempre ad Alitalia (3 milioni 660mila euro), salvo esiti diversi nel ricorso pendente. L’obiettivo della Regione con questa macro regalia alle compagnie aree, era ed è quello di migliorare l’attrattiva del Turismo sul mercato estero dopo la flessione dei del 2015. Secondo gli strateghi regionali questa campagna, infatti, dovrebbe incrementare le presenze del 10%.

Intanto Oliverio gongola sui dati forniti a giugno dal rapporto dell’Osservatorio regionale sul Turismo relativo al 2017. Dati che, senza mezzi termini, sono stati messi in discussione da Federalberghi Calabria, la quale attraverso una dura presa di posizione del suo Presidente, Vittorio Caminiti, mette in discussione la terziarietà dell’Osservatorio e propone che a fare le analisi siano istituti non influenzabili “politicamente”. Inoltre, sempre Caminiti, sostiene che, i dati dell'osservatorio davano una crescita dei flussi turistici, di fatto sono già stati sconfessati parzialmente sia da un’indagine di Demoskopica, soprattutto a riguardo la capacità di attrazione dei flussi stranieri, sia dati di Federalberghi. Secondo i dati dell'organizzazione degli albergatori la situazione sarebbe disastrosa. Caminiti parla di un calo da stimarsi tra il 20% e il 30% degli arrivi in Calabria per l’estate 2018. “Dobbiamo aspettare che la stagione si concluda per parlare di dati definitivi, ma la tendenza è questa”-afferma il Presidente dell’associazione degli albergatori-. La conclusione del Presidente regionale di Federalberghi è amara: “il risultato negativo è frutto di politiche e investimenti sbagliati da parte della Regione. «Anche la legge sui b&b approvata da poco premia i soggetti che la mattina fanno un lavoro e la sera si improvvisano imprenditori e penalizza gli albergatori e le strutture ricettive professionali. E poi con 15 milioni di finanziamento annui cosa si dovrebbe realizzare se solo ristrutturare un albergo con 50 camere costa due milioni di euro?».


La pratica ammazza la grammatica. E la grammatica in questo caso è costituita dalle demenziali giustificazioni di politiche che portano a finanziare succulente cene di Vip oppure a riempire di soldi alcune compagnie aree in cambio di qualche foto della Calabria sui vettori o in qualche pessima rivista confezionata per le tasche dei sedili dei velivoli e poi, magari, fregiarsi di successi inesistenti fornendo dati falsi o ritoccati. Ci chiediamo: quando si metterà fine a questa inutile sceneggiata fatta di una comunicazione finalizzata a decantare successi inesistenti? La Calabria è in ginocchio. Da questa Regione è difficile sia partire che arrivare, nonostante tre aeroporti, ferrovie, mare e una mediocre autostrada. Un biglietto aereo da Lamezia a Roma può costare da un minimo di 320 euro (Alitalia) fino a 682 euro (Aegean Airlines). Per Pisa è necessario sborsare ad Alitalia 379 euro ma si può arrivare a 729 euro. Bologna può costare dai 390 euro con Alitalia ai 500 euro con Czech Airlines. E’ per questo “generoso” trattamento delle compagnie aeree che la Regione Calabria ha pensato bene di regalargli una decina di milioni di euro per promuovere la nostra terra? Forse qualcuno dalla parti della cittadella Regionale dovrebbe consigliare al suo primo inquilino di atterrare, tanto per restare in tema di aeroporti e di aerei. Il turismo doveva, e, forse, potrebbe ancora rappresentare una delle industrie più redditizie per questa Regione, tuttavia, dobbiamo prendere atto che nulla è cambiato nel perpetuare le disastrose politiche a cui abbiamo assistito per decenni. Uomini e politiche sono uguali da un trentennio. L’epoca di Oliverio Presidente della Calabria è quasi al capolinea, sono passati 4 anni da quella sera di novembre del 2014 quando i calabresi lo avevano incoronato Governatore della regione. La sua esperienza aveva acceso tanta speranza in coloro che ancora credevano e credono che questa terra possa cambiare. Speranze deluse. Sogni infranti. Parole d’ordine come riforme, rinnovamento, discontinuità disperse nel vento. “Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. La delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo”. Questa frase di Oriana Fallaci, rende l’idea di quello che provano i calabresi e molti di quel popolo di centrosinistra che per l’ennesima volta aveva creduto ai suoidirigenti. Rifletta Oliverio e tutto il cuccuzzaro. Fra poco sarà tardi, irrimediabilmente tardi.


Pasquale Motta